Principessa persiana

"metteva l'amore sopra ogni cosa" (F. De Andrè)


L’aria non è calda, non fredda, non tiepida. Il clima non è autunnale, non primaverile, non estivo. L’aria ed il clima sono settembrini. Se guardi solo il cielo potresti confonderti che sia marzo. Ma la terra non inganna. L’erba è senape e non lotta più con il vento. I contadini bruciano le foglie cadute degli ulivi e scolpiscono circolarmente il terreno intorno per la caduta delle olive. Le foglie fanno fatica a tenersi sui rampicanti. Dal fioraio trovi i settembrini, piccole margheritine bianche. I fichi offrono dei frutti dolcissimi dalla buccia verdina striata di bianco.E’ settembre. Mese di transito e di passaggio. Mese con una sua spiccata personalità ed identità. Sento il suo inconfondibile soffio leggero che solletica la pelle. Nel Salento dona la sfera bianca del sole mattutino, l’acqua cristallina del mare schiumoso, l’odore della legna bruciata, il profumo dei pini bagnati da una momentanea pioggerella, le more nere sui rovi spinati, gli ultimi altissimi finocchetti selvatici. Tra muretti a secco, rocce, giardini abbandonati e pagghiari campestri vi sono i fertili fichi d’india straboccanti di spinosi frutti colorati. Bianchi, melanzana, rossi, fucsia, verdi. Potrei perdermi in vecchie fotografie di ricordi, immagini imprese nel mio cuore. Oggi non accetto questa tentazione del ricordo. A volte essere un ricordino vivente è un arma a doppio taglio, che fa parte della mia genetica… Fotografo come ricordo il momento quotidiano … una cartolina in movimento firmata settembre che vedo dalla finestra della stanza affacciata sulla campagna. A farmi compagnia giovani ulivi senza padrone, l’oasi del piccolo canneto, il boschetto di cipressi, le chiome degli eucalipti.