Principessa persiana

Avi


" L'ignoranza è una bestia che dà molestia in società"( il bisnonno)Il mio bisnonno, padre della nonna materna, si riferiva certamente all’ignoranza del cuore e dell’ intelletto. Non necessariamente l’istruzione porta, infatti, ad essere esenti dalla bestia. Non ho conosciuto il nonno di mia madre, se non in foto e per alcuni piccoli e pochissimi episodi narrati in famiglia. Era un uomo elegante, bellissimo, dagli occhi verdi cangianti, lineamenti perfetti, dall’aspetto carismatico, brizzolato, con baffi non lunghi curatissimi. Viveva con la sua famiglia nel centro storico di un nobile paese in un palazzotto oggi abbandonato sul cui portale scorre un silenzioso balcone. Un uomo che seppe coniugare senz’altro l’elemento creativo con quello tradizionale. Non amava le bassezze morali e le provocazioni dettate dagli spavaldi ignoranti che pensavano di aprir bocca solo perché avessero un titolo nobiliare o perché fossero dei villani. Una volta, mi hanno narrato, che comprendendo la risata beffarda di un signorotto, lo invitò a ricomporsi. Il tale gli rispose "Se rido, significa che ti sto facendo onore". Lui replicò "del suo onore non so che farmene". Il bisnonno non amava le provocazioni gratuite, stupide, ciniche, ridicole sia quelle che provenivano dagli arroganti personaggi della così detta società "bene" sia dai presuntuosi della così detta società "degli umili". Certamente amava ascoltare, arricchirsi in silenzio, confrontarsi, essere parte della comunità. Forse per sua natura, forse anche per il mestiere che aveva nelle mani e nella mente. Per questo, probabilmente, la sua personalità era caratterizzata dal buon gusto, dalla misura, dalla precisione, dal rispetto ed educazione. Non era per la "sudditanza". Lavorò anche a Parigi. Se fosse rimasto lì si sarebbe distinto ed avrebbe fatto "carriera". Ma seppure in piccolo, in paese lui ha creato un mestiere di alta qualità, del quale si parla ancora oggi come tipico di quel borgo. Amava variare il menu. Le pietanze dovevano essere cucinate non prima delle 11 e con i prodotti freschi della spesa giornaliera. Prediligeva il pesce. Mia nonna raccontava sempre l’esperienza parigina di suo padre ed il suo pranzo che spettava a lei di preparare nella tarda mattinata. Ma la madre di mia madre non si è mai svegliata di buon’ora. Anche lei snobbava l’ignoranza ma un po’ in modo presuntuoso. Lei, una delle poche che da bambina chiamava "papà" suo padre invece di "tata" come si parlava nel campo dei contadini, quando ascoltò una signora saputella, che ritenne l’avesse offesa personalmente, in mia presenza disse "… quella era la serva di mia sorella!". E sempre rinnovava il detto sull’ignoranza che suo padre diceva, quella tesa a molestare la società. Ma l’ignoranza non deve essere alimentata, a mio avviso, sfidando la provocazione dell’animale. Occorre fare silenzio per evitare di essere ciò che non condividiamo degli altri che agiscono con l’arroganza e la presunzione. La miglior "arma" è quella di tagliarsi la lingua o cucirsi la bocca. Quella di ignorare l’ignoranza.