Principessa persiana

Così e così


Domenica di serenità, gioco, confidenze, riflessioni, malinconie. A svegliarmi un cielo trasparente ed un sole delicato. Preparo una focaccia, contemplo un quadro e prendo la bici. Nell’ora del convivio le strade sono silenziose e trasmettono la quiete dei tempi passati incastonati tra le pietre delle mura di cinta. Corro tra le stradine di campagna che emanano la poesia bucolica di campi a riposo, pecorelle vigilate da un vecchio pastore dalla pelle bruciata dal sole estivo, alberi di agrumi profumati. Entro nel portone di un mondo magico e paradisiaco dove i quattro elementi della Natura sono armoniosi e curati dalle mani del Creatore e di coloro che con amore e devozione dedicano le proprie ore ad ingioiellare la bellissima terra. Intorno ad una tavola rotonda sincera e frizzante assaporiamo il cibo del mare ed il nettare di Bacco. Volano sensazioni festose per descrizioni e sogni pittoreschi, e commozione per chi mi vuole un gran bene e mi dice “principessa, anche se manca il tuo nome, i tuoi scritti portano la tua firma”. Ormai ho imparato a non dare molto peso a chi derida, beffa, ridicolizza e sminuisce, ma continuo a registrare nella memoria del cuore i sorrisi, gli sguardi, le parole di chi mi apprezza sinceramente senza tornaconti maligni e nutre sentimenti positivi. Raggiungo il piccolo porto raccolto dalla cinta aragonese della Porta d’Oriente. Salgo in una baita di legno galleggiante sull’acqua. Rimembro le vibrazioni vissute per vecchi non sepolti sentimenti, mi intristisco per l’esistenza di piani strategici enigmatici, mi riscaldo con la tazza di un the, vago tra pensieri razionali ed emotivi, raccolgo i suoni di voci amiche, mi sento protetta dal colore bruno dell’ambiente, ascolto le parole del mare e quelle del vento. L’umidità e la nebbia abbracciano la strada del rientro. L’ultimo pensiero va al Tempo che avrebbe la capacità benigna e maligna di non rendere eterni stati d’animo e realtà amate od amare. Forse uno dei miei maggiori difetti è quello di sfidare la natura del tempo e di voler intestardirmi a rendere sempre presente e vivo ciò che non è più, ciò che gli altri hanno già dimenticato. Prima di raggiungere il talamo rispolvero il testo cantato da un’amica maghetta. Prima di andare a dormire giunge  la malinconia, una compagna che pagando puntualmente non può essere sfrattata dal castello.Col tempo sai col tempo tutto se ne va non ricordi più il viso non ricordi la voce quando il cuore ormai tace a che serve cercare ti lasci andare e forse é meglio così Col tempo sai col tempo tutto se ne va l'altro che adoravi che cercavi nel buio l'altro che indovinavi in un batter di ciglia tra le frasi e le righe e il fondotinta di promesse agghindate per uscire a ballare col tempo sai tutto scompare. Col tempo sai col tempo tutto se ne va ogni cosa appassisce io mi scopro a frugare in vetrine di morte quando il sabato sera la tenerezza rimane senza compagnia. Col tempo sai col tempo tutto se ne va l'altro a cui tu credevi anche a un colpo di tosse l'altro che ricoprivi di gioielli e di vento ed avresti impegnato anche l'anima al monte per cui ti trascinavi alla pari di un cane Col tempo sai tutto va bene. Col tempo sai col tempo tutto se ne va non ricordi più il fuoco non ricordi le voci della gente da poco e il loro sussurrare non ritardare copriti col freddo che fà. Col tempo sai col tempo tutto se ne va e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato in un letto straniero ti senti gelato solitario ma in fondo in pace col mondo e ti senti tradito dagli anni perduti allora tu col tempo sai non ami più. Franco Battiato, Col tempo sai, 2006