MATTEO TAFURI Alchimista, filosofo, astronomo e scienziato del SalentoNacque in un piccolo borgo aristocratico della Provincia di Lecce nel 1492 e qui morì nel 1582. Studiò le lettere greche e latine, ampliò le sue conoscenze a Napoli dove si interessò di matematica, medicina, astrologia, filosofia, operò a Padova e Venezia, si spostò in Inghilterra, Spagna e Francia (si laureò alla Sorbona), Asia ed Africa,…In ogni luogo lasciò la sua impronta carismatica ed enigmatica. Un suo allievo chiamò il filosofo Messer Matteo “ Atlante salentino” rimarcando il grande ingegno del suo maestro gravato dal peso enorme del suo sapere, come lo era Atlante oppresso dal peso della terra e della volta del cielo. Un filosofo contemporaneo scrisse che era “prodigioso nel predire”. Infatti aveva una forte inclinazione per l’arte profetica ed una spiccata abilità nel formulare pronostici e profezie. Era un grandissimo conoscitore delle lingue classiche e delle dottrine filosofiche, esperto nell’arte medica e scienza matematica, erudito di tutte quelle discipline che hanno attinenza con il sapere esoterico e con l’arte divinatoria, studioso di oroscopi personalizzati. Più volte a causa di questa disciplina fu costretto a recarsi a Roma davanti a pontefici e cardinali per rispondere ad alcune accuse di eresia. Fu ritenuto pericoloso, rivoluzionario, folle e stregone a causa del suo immenso sapere astrologico e magico, il suo emblematico carisma, la concezione razionalistica-matematica della realtà naturale, la sua cultura aperta e “laica”. Fu definito mago nell’accezione più negativa del termine. Il popolo pensava che le sue opere erano prodotte del demonio e così i suoi scritti sono andati volutamente dispersi. La leggenda popolare sostiene lui abbia radunato diavoli e streghe per realizzare in una sola notte uno dei campanili tra i più alti e preziosi del Salento nel proprio paese natio. Figlio dell’umanesimo del suo tempo, spirito libero e scomodo ingegno,invitava l’uomo a “schifare li ignoranti”, ad essere più consapevoli e coscienti delle virtù e delle capacità, a conseguire la piena libertà grazie all’esercizio dell’audacia e della conoscenza perché “Tutte le cose de questo mundo dependono dal celo, et da Dio benedetto, et dal n(ost)ro libero arbitrio”. Sul prospetto della propria dimora salentina, contro i suoi accusatori e calunniatori fece incidere l’epigrafe che descrive la sua personalità indipendente ed il carattere indocile indurito dalle tante accuse, sospetti, immeritate ingiurie:“HUMILE SO ET HUMILTA’ ME BASTA. DRAGON DIVENTERO’ SE ALCUN ME TASTA.” ******
...sono affascinata dai "maghi"...
MATTEO TAFURI Alchimista, filosofo, astronomo e scienziato del SalentoNacque in un piccolo borgo aristocratico della Provincia di Lecce nel 1492 e qui morì nel 1582. Studiò le lettere greche e latine, ampliò le sue conoscenze a Napoli dove si interessò di matematica, medicina, astrologia, filosofia, operò a Padova e Venezia, si spostò in Inghilterra, Spagna e Francia (si laureò alla Sorbona), Asia ed Africa,…In ogni luogo lasciò la sua impronta carismatica ed enigmatica. Un suo allievo chiamò il filosofo Messer Matteo “ Atlante salentino” rimarcando il grande ingegno del suo maestro gravato dal peso enorme del suo sapere, come lo era Atlante oppresso dal peso della terra e della volta del cielo. Un filosofo contemporaneo scrisse che era “prodigioso nel predire”. Infatti aveva una forte inclinazione per l’arte profetica ed una spiccata abilità nel formulare pronostici e profezie. Era un grandissimo conoscitore delle lingue classiche e delle dottrine filosofiche, esperto nell’arte medica e scienza matematica, erudito di tutte quelle discipline che hanno attinenza con il sapere esoterico e con l’arte divinatoria, studioso di oroscopi personalizzati. Più volte a causa di questa disciplina fu costretto a recarsi a Roma davanti a pontefici e cardinali per rispondere ad alcune accuse di eresia. Fu ritenuto pericoloso, rivoluzionario, folle e stregone a causa del suo immenso sapere astrologico e magico, il suo emblematico carisma, la concezione razionalistica-matematica della realtà naturale, la sua cultura aperta e “laica”. Fu definito mago nell’accezione più negativa del termine. Il popolo pensava che le sue opere erano prodotte del demonio e così i suoi scritti sono andati volutamente dispersi. La leggenda popolare sostiene lui abbia radunato diavoli e streghe per realizzare in una sola notte uno dei campanili tra i più alti e preziosi del Salento nel proprio paese natio. Figlio dell’umanesimo del suo tempo, spirito libero e scomodo ingegno,invitava l’uomo a “schifare li ignoranti”, ad essere più consapevoli e coscienti delle virtù e delle capacità, a conseguire la piena libertà grazie all’esercizio dell’audacia e della conoscenza perché “Tutte le cose de questo mundo dependono dal celo, et da Dio benedetto, et dal n(ost)ro libero arbitrio”. Sul prospetto della propria dimora salentina, contro i suoi accusatori e calunniatori fece incidere l’epigrafe che descrive la sua personalità indipendente ed il carattere indocile indurito dalle tante accuse, sospetti, immeritate ingiurie:“HUMILE SO ET HUMILTA’ ME BASTA. DRAGON DIVENTERO’ SE ALCUN ME TASTA.” ******