Principessa persiana

...giorno del principio...


"Giorno di dio", Paul Gauguin, 1894E’ molto di più della rappresentazione della festa dedicata al “giorno di dio” che avviene nel paesaggio thaitiano. Al centro di una spiaggia vi un dio di legno, venerato dagli abitanti del lido. E’ piuttosto il “giorno del Dio Natura”, quell’Entità Assoluta che appartiene ad ogni tempo, storia e civiltà. Un omaggio alla forza, alla grandiosità, al giorno, alla vita, ecc… rappresentati dai “colori della vita” (virgola_df) intensi, accesi, eccentrici, generosi, “forti, vivi” (alias1973) del paesaggio primordiale che fu donato all’intera umanità. Un paesaggio paradisiaco, tra reale e fantastico dove l’acqua del mare sembra essere una tavolozza di colori decisi e variegati: nero, rosso, celeste, blu, rosa, giallo, arancio,…Ed in queste acque che simboleggiano gli stati d’animo della vita, le gioie, i dolori, gli entusiasmi, i gridi, i misteri, le intensità,… una giovane donna dai lunghi capelli immerge i suoi piedi. Mi rinnova l’idea della divinità Venere e della mitologica Sirena. E’ l’unica donna completamente ignuda in primo piano che fissa con sguardo sensuale e puro lo spettatore. Ai suoi lati due fanciulli in riposo sulla spiaggia color rosa. In posizione fetale, come neonati. Forse ancora non pronti a vivere, forse stanchi, forse malinconici, forse abbandonati dalla Madre benigna-maligna Natura, forse in riposo, forse in riflessione, forse intimoriti, forse timidi, forse “dormono” (costellazione68)… I personaggi sono soprattutto “figure polinesiane, a volte ritratte in tutta la loro fierezza, e a volte cariche di un alone mistico e nostalgico”. (anima_di_cristallo). Ai lati della scultura lignea della divinità 4 donne “dalle lunghe, folte capigliature scure, la pelle color cioccolata" (alias1973). A destra due con vestito bianco che trasportano il cibo locale, simbolo del “lavoro dell’uomo offerto a Dio”, a sinistra due con abito rosso che danzano in onore della divinità come richiesta propiziatoria e segno di gratitudine. Sul grande sasso e sotto le palme un fanciullo suona il flauto. Il dio è ieratico, impassibile, statico, glaciale, inespressivo; è “ un totem antropomorfico,mentre la vita intorno si svolge al pacato ritmo del quotidiano” (alias1973). La raffigurazione di Paul Gauguin “trasmette senso di serenità” (costellazione68), spiritualità, nostalgia, un richiamo al mondo felice primordiale; è “un eterno invito a sognare il quotidiano, o meglio a trasformarlo alla luce del desiderio” (anima_di cristallo), ad abbandonare le futilità e le evoluzioni involutive della società contemporanea, a spogliarci dei paesaggi e delle vesti pesanti del mondo occidentale urbanizzato ed industrializzato che ci rende schiavi e lontani dal Dio-Natura.