Principessa persiana

Scacchiera...


La parola scacchiera viene dal persiano shah che significa Re. L’espressione "shah mat" che indica scacco matto indica che il Re è morto o è senza risorse. I protagonisti del gioco sono quelli della Persia e del Mondo Arabo: la Torre, il Cavallo, l’Alfiere, la Donna, il Re. Queste figure si incontrano anche in alcuni Arcani della cartomanzia. Chissà se sarà una coincidenza. La scacchiera, che è tra l’altro raffigurata nel mosaico dell’albero della vita di Otranto datato 1163, può essere emblema del libero arbitrio. Difficilmente nella partita a scacchi si vince esclusivamente per fortuna, ma sulla base delle mosse e delle scelte dettate dalla propria abilità e libertà personali, di infiniti varianti e fattori di intrecci del gioco. Gli scacchi si dispongono su una tavola quadrata suddivisa in quadrati bianchi e neri ed è organizzata in 8 righe ed 8 colonne. Il quadrato è simbolo dell’uomo, il numero otto è simbolo della perfezione, il bianco ed il nero indicano gli estremi positivi e negativi della vita. La scacchiera è metafora della lotta tra bene e male, la contesa tra la vita e la morte, l’opposizione tra l’inizio e la fine. La battaglia simulata sulla tavola non è una semplice guerra tra eserciti contrapposti, ma è l’emblema della battaglia tra la vita e la morte, la sfida che l’uomo fa con e contro se stesso, la disputa tra il conscio e l’inconscio dell’individuo. In questo gioco misterioso ed enigmatico interagiscono tantissimi campi del sapere: scienza, filosofia, matematica, poesia, psicologia, arte, logica. Secondo il filosofo e poeta Borges la partita a scacchi è come quella che l’individuo gioca nella propria esistenza dove sono presenti il libero arbitrio, indeterminate ed imprevedibili possibilità di avvenimenti, un’Entità divina o il destino. Il poeta persiano del XII sec. Omar Khayyam scrisse che "Noi siamo i pedoni della misteriosa partita a scacchi giocata da Dio. Egli ci sposta, ci ferma, ci respinge, poi ci getta uno a uno nella scatola del nulla."Io a scacchi non ho mai provato a giocare. Non mi ha mai attratto più di tanto questo gioco, forse perché non riesco a muovere le pedine.Ci sono, certe volte che Lo sai vorrei essere un re perché Sentirmi il primo in qualche cosa anch’io Ma il re del niente sono io E se va bene ecco, sono qui Non ci son trucchi ma l’inganno si Sono le parole che m’ invento Che sono come foglie al vento Splendido niente di un uomo che cammina Un uomo in mezzo alla gente Seguendo l’onda in questo mare di giorni Che ancora non mi affonda Io che voglio e vivo una vita normale Che me ne accorgo cercando qualcosa di speciale Io che non esisto ma che non voglio morire Sono il re del niente statemi a sentire Capita a volte che la tristezza Mi sfiori appena con la sua carezza Ma in quel piacere dispiacere Sai ho imparato anch’io a godere ...Sono il re del niente, vivo tra la gente ma non conto niente, sono il re del niente ...