MISTERI VARI

UN BOLT MOSTRUOSO NELLA FINALE DEI 100 M.!


Sono rimasto veramente impressionato, come tutti, dallo
spettacolo della finale dei 100m oggi alle Olimpiadi di Pechino.Ormai avete capito che nei miei messaggi cerco sempre di rimanere nel tema del mio blog, parlando cioè di persone, cose, fenomeni e situazioni avvolti, per certi aspetti, sempre in un alone di mistero.Ebbene, Bolt è stato davvero impressionante per forza e potenza, per facilità di corsa e leggerezza. I fisiologi dovranno studiarlo.Lui è già ai saluti, al gesto per la folla, alla mano sul cuore quando gli altri ancora spingono per aggrapparsi a un podio che al centro ha un gradino troppo alto per loro. Eppure salutando, alzando le braccia, negli ultimi 30 metri addirittura rallentando il passo, stabilisce  il nuovo record del mondo: 9"69. Usain Bolt, 22enne giamaicano, non è soltanto il nuovo re della velocità, che di sovrani ne ha avuti tanti e tutti illustri (ricordiamo Owens, Hines, Carl Lewis, il "figlio del vento", e tanti altri). Non è soltanto il padrone dei Giochi, che a ogni edizione eleggono l'uomo più veloce a simbolo: lo sono stati americani, soprattutto, ma anche canadesi, britannici, sovietici, tedeschi, sudafricani, mai giamaicani. E' anche il re delle folle, che hanno imparato presto ad amarlo per quel suo modo, assurdo e sincero, di non pensare ai centesimi "persi" ma all'emozione di un istante irripetibile per lui e per chi lo vede sfrecciare. Come è accaduto al Bird's Nest di Pechino.Una notte che cambia la storia dell'atletica, quando ancora pochi anni fa si immaginava la barriera dei 9"70 impossibile da abbattere. Bolt stabilisce tra sé e il mondo una distanza incolmabile, distanziando gli avversari di 20 centesimi, il più grande divario di sempre in una finale olimpica. Mai dai tempi di Jesse Owens si era visto un fenomeno tale di sprinter naturale, armonico, che sembra scivolare senza fatica e senza resistenza dell'aria. Ha vinto con la sua forza e con l'istrioneria, a venti metri dall'arrivo ha addirittura guardato verso il pubblico, sembrava dire: guardate di cosa sono capace, ha chiuso quasi con un saltello, con le braccia larghe come fosse un ciclista alla fine di una corsa. E' l'atleta del futuro, il superatleta, possente ma leggero, alto e muscoloso, ma anche elegante. Ha una riserva di potenza ancora inespressa, come un bolide autolimitato per non superare i 250 Km/h!A detta degli esperti, se si concentra al massimo , se si comporta bene (senza sostanze dopanti, voglio dire) , può scendere sotto l'impensabile: sotto i 9 secondi! in una gara che è la più bella e classica dell'atletica, una gara ancestrale che ricorda la preda inseguita dal ghepardo nella savana. Una gara il cui tempo, il cui record, è il più difficilmente comprimibile.