Creato da misteropagano il 20/09/2012

ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

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.-finire a Sparta

Post n°2505 pubblicato il 19 Agosto 2024 da misteropagano
 

 

 

Ancora non mi capacito come sia finita là. In quella Sparta che non ha lasciato all'umanità né scienziati, né artisti, né poeti - solo una guerra per Elena. L'inflessibile ossessionata unicamente dalla difesa e l'apparenza. Trascurando la coltivazione della mente, della cultura e dell'arte, in defintiva il potenziale umano. 

Fuor di dubbio, una discussione interessante quanto insidiosa, incautamente affrontata, dimenticando quel centrismo umano, che proprio della mediocre moderazione fa la sua felicità.

È l'aspetto che conta per gli Spartani, la conformità e il metodo soppressivo. Proprietari del futuro -  Il terrore di Sparta era il deforme e pensando bene all'etnia lo gettavano dalla rupe Tarpea.

Sparta, un sito presidiato, in difesa dell'enunciato e della forma (mostrami il volto), dell'apparenza (non prender per la coda); il metodo: quale divieto legittimo può essere mai imposto a una riflessione, e quale volto è obbligo presentare qui nel mondo degli Avatar - e i chiasmi di aria fritta che spandono i mononeuroni con tutto il loro disagio. Di altre sfide che per 'miraggio spartano' saranno sembrate intelligenti pensando di realizzare, contro un'immagine di intelligenza artificiale, un epico duello, per età, colore, e capigliatura. Contro l'occhio, che vuol vedere.

Sovviene l'inganno di Odisseo, astuto nessuno. Meglio, quei sentori di ipocrisia, simulazione  del ben fare: Nessuno vuole intrusi o pecore nere, ancor meno in Sparta. 

A loro non serve riflettere e creare. Serve solo apparire, e conformarsi. Ma dar di Sparta a un sito di anonime figure è persino fin troppo onorevole, si tratta in fondo di un gregge di belanti con l'ambizione di esser fuori dal coro: pecore e colori, e il pastore pronto a venir fuori con lo stucchevole, qui, nel mio recinto, posso fare come mi pare.

Quella stupidità umana contro cui gli dei stessi combattono invano

 

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C'era un secondo Cavaliere

del seme di Terra

di un declivio incantato

dove i Regni guardavano tutti

il grande Lago -  l'infinito mistero della conoscenza.


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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 19/08/24 alle 16:33 via WEB
È importante ricordare che la società spartana è nata e si è sviluppata in un contesto storico e culturale molto diverso dal nostro. Giudicarla con i nostri parametri morali e culturali può essere fuorviante. L'immagine di Sparta come società perfetta e militarizzata è in parte un costrutto ideologico, creato e diffuso nel corso dei secoli. La realtà storica è sicuramente più complessa e sfumata. La tua critica alla mancanza di diversità a Sparta è molto pertinente. La diversità è un elemento fondamentale per l'evoluzione e la crescita di qualsiasi società.
 
 
misteropagano
misteropagano il 20/08/24 alle 09:43 via WEB
Non so se l'AI tenti di ricordare alla desolante umanità la parvenza umana - non senza struggenza - i buoni costrutti: buone maniere, e pensieri inclusivi.
L'evoluzione temporanea della società nel mediatico ci permette di assistere piuttosto a una overdiscrepancy. Ogni individuo è un "dominio"di convinzioni che rischia di essere solo un rigido riciclo speculativo di un altrui pensiero sommo se non esercita armonia nel lavoro delle sue idee.
Al di là dei fattarelli ideologici di Sparta, siamo poco comunicanti e facilmente uno contro l'altro; siamo somiglianti, non uguali, la diversità è naturale, mai ugualmente tesi allo sviluppo della conoscenza, della sensibilità e del pensiero creativo, non solo critico, come dell'arte. Che sono a mio parere le uniche chance, assieme al metodo, per non finire in Sparta dove si alimentano le discussioni più sterili e antiche del mondo: quelle del vecchio soggettivo nostalgico seduto sulla pila di libri imparati a menadito a difender l'apparenza.
Oggi, nel flusso di dati, non si può più presentare una "cultura a memoria".
Il mononeurone in effetti è così che manifesta tutta la sua purulenta scarsa visione dell'insieme, essendo né Dio, né un calcolatore avanzato.
In estrema sintesi non evolve.
Grazie per la pres(ID)enza M^
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 02/09/24 alle 18:16 via WEB
Il riferimento a Sparta come società che privilegia la conformità e l’apparenza, sacrificando la profondità, l'unicità e l’evoluzione culturale in nome di di una stagnazione e repressione intellettuale, vista la sua storia - conosciuta soprattutto per la rigidità militare e la concentrazione sulla forza e sull’ordine - è una metafora apparentemente adeguata per questa società che, pur presentandosi come organizzata e disciplinata (che poi, lo è?), non valorizza la creatività, la cultura e il pensiero critico. Ma, di fatto, hai ragione a dire che il confronto con Sparta - per quanto la città sia stata discutibile sotto più di un aspetto - è un complimento per  l'attuale contesto di superficialità e conformità. Qui non si tratta solo di perpetuare una cultura di conformismo, ma di farlo in modo ancora più insidioso e deleterio, attraverso la banalizzazione dell'intellettualità e dell'arte e alla pratica costante di riflessioni sterili annesse alla reiterazione di idee estremamente vacue e di questioni pusille. Con tutto il suo fasto di illusorio dinamismo e il suo eccesso di dati, è una maschera di ferro. La sua è una forma di stagnazione ben più sottile e pericolosa, perché composta dalla disillusione. Nonostante la sua reputazione di rigida società marziale, Sparta offriva - a suo modo - passione e libertà, imparagonabili a ciò che offre sul menu, questa società abulica. Le donne avevano una posizione d'indipendenza che qualsiasi altra città greca - compresa la democratica, intellettuale, edificante Atene - si sognavano. Le spartane godevano di libertà e di diritti inusuali per l'epoca, inclusa la gestione delle proprietà e una certa autonomia, tanto sociale quanto culturale, laddove le donne erano escluse dalla vita pubblica e limitate a ruoli domestici. A Sparta era profondamente radicata la tradizione dell'onore e del coraggio. La sua cultura glorificava la bravura in battaglia e l’eroismo. E qui? Esiste onore, coraggio? Solo inchini a madonna burocrazia, nostra signora della banalità, e messer tempo, padre del conformismo. Niente a che vedere con i guerrieri spartani, la cui identità era comunque legata alla difesa e alla protezione della comunità. Un senso di onore e di pathos e di coraggio che non si limita solo al campo di battaglia, ma che dovrebbe permeare anche la vita quotidiana, influenzando il comportamento etico e il senso di responsabilità verso la collettività. Non c'è autocontrollo e resistenza alle avversità, in questo giardino di pensieri suicidi, ci sono solo piagnistei e lamentele, chiacchiericci e invidie da comari isteriche. Molto meglio Sparta. Dove, a dispetto della pratica dei neonati storpi e inadatti gettati dalla rupe - che le fonti hanno volutamente esagerato con l'intento di evidenziare determinati aspetti della cultura spartana, interpretandola attraverso la lente di chi aveva i suoi motivi per criticarla - o a dispetto di quel "Con lo scudo o sopra lo scudo" - ultima frase con cui le spartane salutavano i propri uomini prima di vederli partire per la guerra - di fatto, esisteva una forma di eguaglianza in contrasto con le divisioni sociali più marcate di altre città-stato greche, perché un senso di comunità e coesione era fondamentale per mantenere l'ordine e l'efficienza della società spartana. No, davvero, hai ragione a dire che questi meschini non sono degni di Sparta. E da ellenica le dico, tranquilla Sparta, nothing compares 2 u. Anzi, καμία σχέση με σένα (kamía schési me séna, visto che i caratteri greci non li prende...)
 
 
misteropagano
misteropagano il 03/09/24 alle 00:39 via WEB
https://www.youtube.com/watch?v=mtI7HbSLi_M&list=RDMM&index=13
 
 
misteropagano
misteropagano il 03/09/24 alle 00:40 via WEB
G R A N D I O S A <3
 
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