Creato da misteropagano il 20/09/2012

ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

« .-S-ARTE TRA NOI®^chiusi in una scatola »

.- Il rinascimento elettronico di Bill Viola

Post n°2502 pubblicato il 14 Luglio 2024 da misteropagano
 

 

Qualcuno dice che la sua popolarità sia determinata dall’alta tecnologia con la quale si può rassicurare il pubblico sul fatto che ciò che vede, anche la più ruffiana delle immagini, è arte contemporanea.

O forse c’è dell’altro, un trucco vecchio quanto la storia della pittura. Una fascinazione che ci riporta alle lanterne magiche, ai diorami, alle vedute ottiche, ai pantoscopi settecenteschi retroilluminati da una candela. O all’attrazione esercitata da ogni composizione od oggetto riflessi in uno specchio, che saranno sempre più «belli» degli originali poiché lo specchio è ricettore di luce e quest’ultima irradia ciò che è riflesso.

Silvia Ronchey, raffinata bizantinista, ha  riportato sulle pagine di «Robinson», uno dei settimanali di «la Repubblica», un antico racconto persiano. Due imperi, quello bizantino e quello cinese, si sfidano. Il campo di battaglia stavolta è incruento, è la pittura. Chi sono i più abili pittori? I bizantini o i cinesi? I primi riempiono una parete d’affreschi. Meravigliosi, impareggiabili, cromaticamente splendidi. I cinesi lavorano sulla parete esattamente di fronte, ma si limitano a lucidarla alacremente, sino a tramutarla in uno specchio.

Il racconto non lo dice ma noi immaginiamo che l’opera che apparve sulla parete-specchio fosse più bella e potente e luminosa di quella vera. Ma è indiscutibile che l’opera autentica resterà sempre quella reale, sulla parete di fronte. Il che non vuol dire che Bill Viola sia inferiore a Kiefer perché il primo fa video in cui la luminosità elettronica fa da brillante specchio a iconografie e capolavori piacevolmente riconoscibili e il secondo dipinge con non-colori opachi e pezzi di recupero rottamati. Il fatto è che, proprio perché la videoarte non è una categoria estetica assoluta, dipende sempre da come e perché la si usa.

La fortuna di Viola continuerà sino a che il pubblico sarà alla ricerca di una virtualità consolatoria, di un miraggio che sia nel contempo un sicuro rifugio; un pubblico gratificato dall’essere illusoriamente al centro della scena e sempre più abituato a una presa diretta dell’orrore e dell’estasi purché trasfigurata da una visionarietà digitale. L’uomo che ha reso popolare e spettacolare la forma d’arte sino a cinquant’anni fa più sgradita è l’analogo digitale di Marina Abramovic.

Ci offre le stesse cose, lei martire e lui demiurgo, entrambi elargitori di purificazioni e transverberazioni.

 

//⧸⎠ 

 
Rispondi al commento:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/08/24 alle 02:49 via WEB
La tecnologia rassicura il pubblico e sembra vincere facile… perché offre precisione e controllo nelle immagini, fornisce un senso di ordine e sicurezza attraverso immagini perfettamente calibrate e metodi di verifica, perché la familiarità con la tecnologia rende le opere d'arte più accessibili e comprensibili e le esperienze immersive amplificano la sensazione di essere parte dell'opera. Eppure, tutta questa rassicurazione può nascondere aspettative e illusioni. La videoarte di Viola diventa un "velo di Maya" ricamato con la luminosità e la tecnologia ma, alla fine, incarna il mito della caverna platonico, perché i prigionieri vedono soltanto le ombre proiettate sulla parete e scambiano le illusioni su quel muro per la realtà. Così abbiamo, da un lato, la luminosità elettronica che crea immagini visivamente brillanti e affabulanti, riflette e amplifica e poi le opere di Kiefer, opache e complesse, dalle tecniche tradizionali e i materiali recuperati dall’altra: ma il punto, come giustamente evidenzi tu, è che la videoarte di Viola e la pittura di Kiefer non possono essere giudicate secondo una categoria estetica assoluta. La qualità e l'efficacia di un artista dipendono da come – e dal perché - riesce ad utilizzare i suoi mezzi espressivi. Viola utilizza la luminosità e la tecnologia per creare effetti visivi potenti e coinvolgenti, mentre Kiefer esplora temi più oscuri con materiali tangibili per creare una narrazione visiva e riflessiva. Difatti, il metro di misura dell’arte non può essere la brillantezza o l'appariscenza. E come Marina Abramović – con l’esplorazione dei limiti del corpo e della mente – anche Viola, sebbene con mezzi diversi, offre esperienze trasformative. Viola, attraverso la luminosità digitale si fa demiurgo nel conferire ordine e misura a una materia preesistente, prendendo a modello le idee e le forme eterne e l'Abramović - la martire attraverso il sacrificio e l’abbandono - è possibilità di non avere più limite, mentale o fisico.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 

 

 

Tenetevi gli uni accanto agli altri, ma non troppo vicini, così come le colonne del tempio si ergono a distanza, come il cipresso e la quercia non crescono l'uno all'ombra dell'altro

.- sul ciglio l'intero

 

ULTIMI COMMENTI

Il passato diventa un labirinto, un luogo dove tutto è...
Inviato da: cassetta2
il 10/09/2024 alle 21:03
 
horas non numero nisi serenas
Inviato da: ReCassettaII
il 08/09/2024 alle 12:42
 
buona domenica, gi
Inviato da: maresogno67
il 08/09/2024 alle 12:00
 
La Spoon River è dabbasso . Gli Dei delle arringhe...
Inviato da: misteropagano
il 04/09/2024 alle 16:55
 
I STILL BE LIVE
Inviato da: misteropagano
il 03/09/2024 alle 00:42
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963