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La città che muore


                                                     ImagineGiugno, 2011La scelta era tra andare a Roma o alla Città che muore. Quest'anno ci siamo concesse due o tre deroghe all'ozio assoluto che ci eravamo prefisse al bordo della piscina, e quel giorno la scelta è stata questa, la Città che muore, perchè talvolta i gioielli piccoli sono molto belli e di classe. Bè, abbiamo visto anche Orvieto e le Marmore per la verità; Orvieto già troppo affollata per i miei gusti anche se gli affreschi della cappella di San Brizio in Duomo mi han lasciato a bocca aperta mezz'ora, il pozzo di San Patrizio  è davvero una spettacolare opera architettonica di cui ti rendi conto solo se vai fino a giù e poi risali apparentemente per la stessa scalinata fino a su e noi l'abbiamo fatto con le nostre cinque magliette gialle "Umbria forever" , e le Marmore ci hanno fregato perchè abbiamo aspettato l'orario di chiusura della cascata per vedere come si blocca il flusso ma niente, passata mezz'ora quella continuava a scendere.... d'altra parte penso non sia come chiudere un rubinetto.... Invece Civita. Civita di Bagnoregio. La città che muore. Arriviamo col bolide e parcheggio sotto il ponte pedonale, poi sarà un chilometro circa, in salita, unico accesso che porta al paese, età 2500 anni, situato sopra quel monte di tufo destinato inevitabilmente a sfaldarsi per erosione naturale, da qui il nome, "che muore". Incantevole. Cioè , essendo sopravvissuta alla salita a piedi sotto quaranta gradi all'una di pomeriggio (noi giriamo sempre in questi orari improbabili) è ovvio che l'arrivo per me fosse il posto più bello del mondo...... Un violinista di strada, non molto intonato in verità, ci accoglie sugli ultimi gradini, turisti per lo più giapponesi, il piccolissimo paese invaso da noi, una vecchina semi invalida che parlava con dei turisti americani che esercitavano il loro italiano, lei aveva il giardino, il meraviglioso giardino da far vedere con la vista sulla conca e sui Calanchi, gli alberi vecchi e contorti, i roseti inselvatichiti, gatti dappertutto, scorci suggestivi, vento e pietra. Una bruschetta veloce e un negozietto di specialità.Resta solo una saponetta all'olio d'oliva a ricordare quel calore , che ora lascio anche qui.