..Uomini...

Le grandi aquile solitarie


Quando ho sentito quell'uscita ho pensato, però, chissà chi è questo Michael Martone. Sarà uno che si è fatto da sè, finalmente uno giovane che è arrivato ad essere viceministro, chissà che cervello, che valore, come siamo fortunati. La cosa che mi stonava nella sua frase "chi a 28 anni non si è ancora laureato è uno sfigato", naturalmente era il termine "sfigato". Che, non ho consultato il Devoto-Oli ma dovrebbe essere sinonimo di "sfortunato";  in caso, per intendere quello che lui voleva intendere, doveva usare un altro termine chessò, sfaccendato, cioè uno che non ha voglia di studiare e di impegnarsi, ce ne sono eh. Ma sfigato è un termine che suona orribile specie nell'Italia delle differenze di oggi, con mezza popolazione del fango che si ribella e per fortuna nostra sbagliano perchè si ribellano in modo corporativo..... chiaramente non alludo ai poveri avvocati o farmacisti,  quelli stanno comunque sopra il fango. Sfigato potrebbe essere un termine da Berlusconi, sinomino quindi anche di uno "non bello" , se è una donna poi è una colpa capitale, o di "non elegante", "non simpatico", non "giusto",   ecc. Per una di quelle associazioni di idee che mi fanno amare il cervello, la frase mi riporta alla mente la "dottoressa". La dottoressa era (credo sia ancora) una bella e giovane dottoressa che lavorava nel reparto di terapia intensiva dove era ricoverato mio padre. Tacchetti alti e gonna corta sotto il camice, capello ondulato e trucco perfetto, niente personalità e tutta clichè , devo aver pensato quando l'ho vista. Ma il peggio è venuto dopo quando quasi seraficamente , freddamente e molto accademicamente , ci ha annunciato che mio padre aveva poco tempo da vivere, per passare poi all'esatta descrizione di come e quando le funzioni vitali si sarebbero progressivamente bloccate, per concludere con mio terrore che mio padre sentisse visto che eravamo fuori dalla stanza, che una volta intervenuto il blocco renale , era finita. Il tutto detto con una specie di compiacimento, o forse ero io che il momento era tragico e l'ho vissuta così..... Per fortuna c'era una piccola cappella appena fuori dal reparto , e mia madre trovava consolazione ogni sera dei ventotto giorni che mio padre si ostinò a non morire così presto come aveva previsto la dottoressa , ad accendere un cero alla Madonna. Naturalmente uno potrebbe dire , e perciò me lo dico anch'io, che se la giovane dottoressa avesse salvato mio padre io mi sarei gettata ai suoi piedi senza badare a ciò che diceva, ma siccome mio padre nessuno lo poteva salvare , nemmeno la Madonna dei ceri di mia madre , lei sbagliò. I toni , il modo , il distacco. Sbagliò tutto.  Io non l'ho mai perdonata , anche per il dolore che diede a mia madre e anche perchè io non ebbi il coraggio di dirle ma stai zitta brutta stronza , penso che tu abbia sbagliato anche mestiere,  potevi aprire una lavanderia a gettoni e guadagnavi altrettanto ma vuoi mettere , avere il potere di "disporre" della vita di un uomo è molto più appagante rispetto al solo far soldi.... Non so proprio cosa c'entri. Ma basta cercare un po' in rete per capire chi sia , questo Michael Martone , non esattamente uno che si è fatto da sè , che ha dovuto fare sacrifici per poter studiare , o che fosse predestinato diversamente . Come diceva mia nonna "più studiano meno sanno". E secondo me Martone non ha nemmeno mai letto London... che peccato, con quel cervello. Notte Marion. "D'altra parte il buon successo ottenuto lo incoraggiava. L'ascesa era stata più facile che non credesse; eppoi (egli dovette confessarlo senza falsa modestia), aveva conquistato il suo fine: si sentiva superiore a quella gente, tranne che al professor Caldwell. Ne sapeva più di loro, circa la vita e i libri, e si domandò ancora a che cosa servisse la loro istruzione. Ciò che ignorava, era il fatto di esser dotato d'una potenza cerebrale straordinaria, e che le persone di vero valore non s'incontrano nei salotti del genere di quelli dei Morse; e non immaginava neppure che le persone d'eccezionale valore sono simili alle grandi aquile solitarie che volano molto in alto nell'azzurro, al disopra della terra e della superficiale meschinità".                                      "Martin Eden", Jack London