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Volendo semplificare: viva la CGIL, abbasso Landini


Una volta, molti anni fa, fui chiamata dall'amministrazione a far parte del cosiddetto "nucleo di valutazione", ossia quell'organo che doveva fare delle "pagelline" per distribuire il premio di produzione (che da noi si chiama produttività) al personale; essendo un ente piccolo, ricordo che io osai differenziare le valutazioni, perché non mi pareva giusto dividere la torta in parti uguali se si doveva valutare "il di più" che ci metteva il dipendente, non come resa, ma come impegno, proposte, disponibilità ecc. , quanto meno. Il mio collega, quello con il quale poi feci vari mandati come Rsu e anche gli ultimi due, non era assolutamente d'accordo. Secondo lui andava tutto diviso in parti uguali perché tutti avevano diritto alla stessa quota di reddito aggiuntiva, anche se c'era una quota che veniva distribuita "a pioggia" e solo l'altra (molto minore)  era soggetta a differenziazione secondo una valutazione soggettiva. Mi pare che solo quella volta andò così, poi anche i dirigenti si spiaggiarono su queste e altre polemiche e il tutto è sostanzialmente stato sempre diviso in parti uguali. Cosa che a me non pare giusta anche perché non credo che uno che ci mette sempre del suo e fa "di più" di quanto dovrebbe, farebbe ancora di più per ottocento euro lordi l'anno, mentre quello che si tira indietro, si imbosca, forse boicotta anche gli obbiettivi dell'amministrazione, certamente si consolida nel suo atteggiamento se prende come tutti gli altri....  e queste persone esistono.Il mio collega è quello che una volta votava Rifondazione comunista, poi è passato brevemente al Pd, poi è passato a Grillo e ora come mossa finale di disillusione, ha stracciato la tessera della CGIL. Sostanzialmente quello che sta facendo Landini.... Io vorrei un sindacato più forte non più debole, che si impegnasse nelle vertenze aziendali come sa fare bene, che si battesse per avere subito una legge sulla rappresentanza sindacale, affinché mai più Marchionne possa siglare contratti con coloro che non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, che guardasse ai giovani e ai nuovi lavori, che capisse che gli anni settanta non ci sono più. Ora ci sono i cinesi, lo vogliamo capire? Quindi io non scappo dal mio sindacato, non è il momento di abbandonare la nave ma di darle forza per cambiare, possibilmente senza ascoltare troppo Landini.