..Uomini...

Post N° 293


Post lungo e noioso. Io avevo già scelto cosa seguire oggi. Convegno nazionale. Ieri mattinata pallosissima tra pezzi grossi del ministero e pezzi grossi dell'associazione. Per fortuna era nell'auditorium del palazzo dei congressi, poltroncine comode, ci si disperdeva nella grande sala, si poteva anche pensare ad altro. Oggi, scartando tutti i seminari tecnici, mi fiondo in "Sentimentalmente".Accidenti, siamo solo in quattro. Era da dire... per fortuna all'ultimo arrivano un altro po' di convegnisti, saremo si e no una quindicina. Una psicologa del lavoro e una consulente della comunicazione esordiscono dicendo che ci sarà un terzo docente.... parlano di emozioni. Lo sapevo che mi sarebbe piaciuto; non è una lezione ma una conversazione tutti insieme, le uniche friulane noi due, circondate dalla bellissima parlata toscana e napoletana degli altri colleghi. Mentalizzazione, metacognizione, capacità di ognuno di noi di comprendere cosa stiamo provando,  e cosa, presumibilmente, sta provando e pensando, e perchè, qualcun'altro. Questa meta-capacità è fondamentale per regolare le nostre interiezioni con gli altri, ed è costituita da un insieme ricco di processi e capacità, alla base dei quali di solito c'è una componente fortemente innata, le ricerche dicono che siamo programmati per imparare a rappresentarci la mente e il comportamento altrui. Cosa che mi ha sempre affascinato. Forse è questo che inteneva qualcuno che, conoscendomi un poco, mi definì "spirito libero".....E poi via, cosa sono le emozioni? Entra il ballo il terzo docente: Rossella O'Hara. Proprio lei, quella di Via col Vento. Sullo schermo appaiono moltissime sue espressioni assunte (secondo me benissimo) nel film: gioia, tristezza, rabbia, rancore, orgoglio... D'improvviso capisco perchè quel film mi è sempre piaciuto tanto.. non è solo l'affresco di un mondo.. ma sono i suoi personaggi che sanno esprimere (o non esprimere)  le moltissime emozioni che provano. Cosa che oggi è sempre piu' difficile da riscontrare... Poi dicono una cosa che mi colpisce: le emozioni non sono direttamente generate da eventi, ma dalla rappresentazione che di quegli eventi ci facciamo. Le emozioni sono tutte correlate con degli "scopi", che vogliamo ragiungere. A volte le emozioni stesse rappresentano uno scopo: si puo' decidere di fare qualcosa per provare un'emozione. Non basta percepire le emozioni, è necessario comprenderle e utilizzarle, cosa non facile... come staccarsi da sè stessi un attimo, guardarsi da fuori e cercare di capire "cosa si sta provando" ma anche e soprattutto "perchè".... In una relazione poi è fondamentale essere disposti a percepire e comprendere le emozioni dell'altro. Questa è la competenza emotiva. A volte hai creduto di esserne in possesso Marion... una discreta "voglia" di capire come e perchè l'altro possa aver detto una cosa invece che un'altra...Comprendere le emozioni aiuta a controllarle, cosa molto diversa dal reprimerle, che e' molto dannoso. Proprio delle persone molto suscettibili, che di solito han troppi scopi a cui tendono, non riescono nel loro intento, e ne deriva la suscettibilità.  Il tutto dovrebbe portare a migliorare le relazioni interpersonali. Una collega chiede: ma se l'altro non vuole? ad esempio non mi permette di stargli vicino? Forse ha scopi diversi dai nostri, oppure reprime le sue emozioni. Poi si analizzano varie scene del film, realizzo che l'ho visto varie volte... alla fine, solo alla fine, Rossella ammette a sè stessa di amare Rhett e non Ashley. Ma è troppo tardi... lui le dice "Abbiamo passato la vita a non capirci", lei gli grida dietro "cosa faro' senza di te?" ma lui ha raggiunto l'apice dell'esasperazione, vuole solo un po' di serenità, e le dice "Francamente me ne infischio!"Bè tu ci provi a rappresentarti Marion; io volevo chiedere alle docenti se è corretto considerare un blog un mezzo per esprimere le proprie emozioni... poi pero' ho cambiato idea e sono stata zitta. In fondo è come vivere le cose due volte, prima le vivo, poi le ripenso e le rappresento, e ascolto le emozioni che mi hanno provocato. Penso che riuscire ad ammettere a noi stessi cose che ci fanno paura, che ci portano a metterci in gioco e magari a rischiare tutto cio' che siamo, è difficile. Molto. Notte Marion. Il convegno è finito. I tuoi pensieri continuano...