..Uomini...

La mia montagna.


Ne avrò già scritto, ma oggi i sentimenti erano rinnovati. Qualche anno che non si andava, chissà perchè.Ma poi alla fine sono contenta anch'io di accompagnare mia mamma dai suoi. I tornanti finali mi han fatto trasalire, le nostre macchine son di pianura, non sono abituate a pendenze di oltre il 20%.. specie quando non guido io... però poi il pianoro finale si apre nella bellezza dei colori autunnali dei boschi e dei miei monti. Nessuno in questa valle, sembra che la gente sia sparita del tutto... andiamo dritte nel piccolo cimitero , in cima all'ennesima salita. Alti gradini alti di pietra e altissimi alberi dalle radici tormentate e nodose di decenni , fra le quali qualcuno quest'estate ha piantato le portulacche ,  fanno la guardia.Il vecchio cancello in ferro, entriamo. Cerchiamo la bisnonna Maria e la zia Lucia , qualche anno fa hanno tolto la sepoltura senza dire nulla a mia mamma che ne ha sofferto molto... ogni anno spazzolavamo quella vecchia tomba di pietra porosa e calcarea piena di muschio , con la spazzola di ferro , mettevamo i nostri fiori , pur sapendo che sarebbero lì avvizziti ben presto , e accendevamo due lumini, mentre mia mamma ci raccontava della bisnonna , sua nonna , che era così buona che diceva loro sempre "puri frùtis"... povere bambine... orfane da piccole di madre.. e a natale regalava loro una mela..e della zia , che "vedete-quel-sentiero?" ,  lo ha percorso per decenni con la gerla sulla schiena e quando era ormai vecchia (seppur giovane), hanno fatto la strada... ricordi come tesori.Scorrono i nomi sulle lapidi , tutte storte perchè il terreno non è proprio livellato bene , o chissà perchè, in fondo, è un pezzo di monte. La metà hanno il cognome di mia madre , l'altra metà il cognome di mia nonna. Mia mamma si agita perchè non trova.... le avevano detto che avevano lasciato le foto... infine le vedo, sul vecchio muro di cinta del cimitero , le due donne in bianco e nero , una col fazzoletto nero in testa (la bisnonna) , l'altra coi capelli completamente grigi (la prozia) . Le foto in giro sono come tutte le altre, in portafoto ottonati , di forma ovale , tutte in bianco e nero; nessuno sorride , arcigni e seri visi di un altro tempo , a volte di inizio secolo . Non c'è più niente da pulire. Mettiamo i nostri fiori sotto al muro , accendiamo i nostri lumini. Uscendo troviamo altri parenti, questo è lo zio 'Milio.... i parenti da parte della nonna erano tutti buoni con mia madre quanto erano cattivi e inesistenti i parenti da parte del nonno... lo zio 'Milio.. sai che ci disse , a me e a tuo padre , "frùte , parsè no tu mi as dit a mi".... "ragazza, perchè non hai chiesto a me?".. e ci diede trecentomilalire , a me e a tuo padre , e finimmo finalmente la casa... quella volta erano soldi, trecentomilalire... era così buono lo zio 'Milio...  Usciamo. "Ora voglio andare a vedere la casa della zia." Una piccola discesa e la corte, tutta in pietra. Questo posto me lo ricordo anch'io... ora ci abita altra gente , sembra deserto in verità. Un targa in legno scolpito dice "In Rosolem" , si... così si chiamava quel posto. Ricordo tutto della zia , mi incuriosiva molto da piccola perchè era gobba , molto gobba , piegata dai dolori dell'età e della fatica . Mi faceva anche un pò paura , il tono della voce era secco , spigoloso, e col fazzoletto in testa mi sembrava una vecchia strega.Io bambina andavo con mio padre giù nell'orto , dietro la casa , dove c'erano i meleti che si affacciavano sulla valle , a me piaceva quel posto.Mia madre guarda tutto , mi dice com'era e com'è. Solo un gatto rosso , sull'attenti a fianco della casa, alla fine ci saluta. Ora possiamo andare. Abbiamo altra gente da visitare.