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TAGLIASPRECHI

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Il cielo stellato sopra di me,
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Gli uomini  ti cambiano, di solito in peggio

           A Mia e a me.

 

Messaggi di Marzo 2006

Post N° 179

Post n°179 pubblicato il 23 Marzo 2006 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

UN NORMALE, TRANQUILLO, MERCOLEDI'.

Giornata lunga, post lungo...  

Ho dormito poco. Qualche sogno c'è stato di sicuro ma non lo ricordo per fortuna. Niente russare di mio marito. Cuscino vuoto. Come si fa presto dopo tanti giorni, a risentirsi soli in quel mezzo letto....

la giornata è stata organizzata nella mia testa nella mezz'ora prima di alzarmi. Doccia, sveglia bambini, colazione, attaccare la lavatrice. Il taxi parte, piove. I primi clienti  scendono alla fermata scuola media, il terzo alla fermata autobus; poi c'è il panificio, la telefonata a mia mamma.

Oggi sono determinata ad attaccare le cose piu' rognose che tendo a seppellire con altre cosucce, impegnative ma non fastidiose.

Esco prima, all'una i lazzaroni hanno invitato un amico a pranzo. Nel pomeriggio arrivano altri amici, una sola ragazzina. Trattatemela bene, questa signorina.. mi raccomando ragazzi....

Due ore di stacco sono piu' che sufficienti per fare tutto a casa. Poi torno al lavoro leggermente preoccupata per l'orda innocente e felice che occupa casa mia, ufficialmente per "fare i compiti insieme".

Ho preparato la merenda per un esercito, regolarmente poi spazzoleranno tutto, meno male.

Arriva l'avvocato con cui avevo appuntamento, solito commento della collega al vederlo arrivare... non è nemmeno granchè... in effetti...  passa un'ora.  Poi altri utenti.

Arrivano le diciannove e sono contenta di cio' che ho fatto oggi. Di quelle giornate che si riesce a fare un milione di cose facilmente.

A casa, miracolosamente, la tavola è apparecchiata, posso mettermi il grembiulino e preparare la cena... in realtà il grembiulino non lo metto mai. ...

Chiaramente oggi è giornata di pagelle, non ci si puo' esimere. Corrugo la fronte aspettandomi il peggio mentre apro i due fogli azzurrini....

pero'... primo trimestre sei "picconi" in due;  secondo trimestre vince il medio sul piccolo per tre "picconi" a zero.... molto ma molto bene. Segue discussione familiare con i lazzaroni anche loro abbastanza contenti del parziale recupero. E pensare che mi lamentavo della pagella del grande alle medie... che aveva pressocchè tutto buono.. dovevo essere pazza... è la sindrome del primo figlio....

"Mamma, vieni a vedere la presentazione di power point che che abbiamo fatto? "  Ma certo...

Finalmente abbranco il divano, abbandonando la cucina al suo destino infame. Niente e nessuno potrebbero  smuovermi da lì. Oddio... le pesti nella vasca... "mamma, ci vieni a lavare i capelli?"

Mi stramaledico per non averli ancora abituati ad arrangiarsi anche in questo, vai al piano di sopra Marion... divano addio.

Seguono i riti del LAVATEVI-BENE-IL-COLLO-NON-HA-NEMMENO-TOCCATO-ACQUA-E-NEMMENO-LE-ORECCHIE.....

Poi mentre asciugo quelle teste castane cantiamo, di solito De Andrè, stasera "ci son due coccodrilli....." ma lo sapete come si mima questa canzone? Non lo sanno.

Alle dieci riesco a uscire dal bagno turco mentre i miei gioielli belli e pulitissimi possono finalmente (per me) andare a dormire.

Sono tentata di imboccare la porta della mia camera... poi penso che se lascio la cucina così, dovrò alzarmi prima domani... rivado giu'. Che bello.

Il mio maritino ha sparecchiato... pero'... che sensibilità, che sforzo contronatura... ammirabile... veramente...

Non mi resta che ficcare il tutto in lavastoviglie.

Vado su. La scala a chiocciola mi chiama... vieni... vieni su un attimo.... magari ci sei tu collegato... decido che anche l'amore puo' aspettare domani.

'Notte Marion.

 

 
 
 

Post N° 178

Post n°178 pubblicato il 21 Marzo 2006 da MARIONeDAMIEL
 

"Ragazze, vado un attimo a farmi prestare due ombrelli dai piani alti...."

Sulla porta dell'ufficio la incontro. Le sorrido e la saluto. Le chiedo   "Come va'?"

Tempo fa è venuta nel mio ufficio per una pratica. Cittadina marocchina, avrà dieci anni meno di me, grandissimi e bellissimi occhi neri.

Mi sorride.
Vedo che fa fatica a camminare.. che si appoggia al muro...

"Ma cos'hai?" Le chiedo. "Alle gambe cos'hai?"

Mi sorride.
"Male".
Insisto stupidamente. "Vuoi una mano .. ma che è successo? "
"Malattia che si chiama sclerosi multipla".

Mi sorride.
Continua a sorridere con quell'espressione di chi non vuole dare disturbo, di chi è abituato a ringraziare per tutto cio' che ha, di chi si scusa anche senza aver fatto niente, di chi sa che essere qui è già moltissimo, e non importa se qualche figlio è ancora "la", c'è una speranza, comunque.

Si stringe al petto il permesso di soggiorno appena ritirato.. "meglio che lo metto via... non voglio che si bagni... "

E sorride.

Io mi sento una merda, ma non serve a niente.

 
 
 

Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 19 Marzo 2006 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

Non voglio finire la giornata lasciando quei brutti sogni a galleggiare qui intorno...

Oggi mi son data da fare in giardino, ho piantato alcune primule e quelle che negli anni ho piantato nelle aiuole stanno rispuntando... le eriche sono una bellezza.. e il mandorlo è in fiore.

Ho iniziato a leggere il libro che il prof di italiano ha 'prescritto' a mio figlio: Q di Luther Blisset.

Non concepisco come possano assegnare libri del genere a scuola... non nego che trattando il tema della riforma luterana potrebbe essere interessante.. e in qualche modo è anche avvincente... ma il fatto di non sapere chi sia l'autore (è uno pseudonimo collettivo.. che roba.. ) non mi piace mica molto...

Ma perchè non li obbligano a leggere i Verga, i Pirandello, gli Sciascia, gli Svevo.... modi di scrivere inconfondibili.... come ho amato quei libri.... e la mia prof di italiano che, pur in un infimo istituto tecnico, ci obbligo' a leggerli.

Leggevo già qualsiasi cosa mi capitasse a tiro, ma non finiro' mai di ringraziarla per avermi fatto conoscere quegli autori. 

Il piccolo si è arrabbiato con me, dopo una discussione con suo fratello.... "se parteggi ancora per lui mamma, guarda che non ti parlo piu'" ....

"ti prendo subito in parola, comincia da adesso... non vedo l'ora... ma io ti parlo invece, arrangiati... " ; il piccolo parla sempre, è molto coccolone, e vuole molte attenzioni. E' il piu' debole dei due gemelli, anche se sembra il contrario.

Oggi mi ha portato una torma di ragazzini in casa, piu' i cugini... ho perso il conto di quanti erano... che ho pulito a fare tutta casa io non so...

Ora tutto tace finalmente. Vado anch'io a guardare uno spezzone di Oliver Twist con la mia famiglia.

E spero di dormire bene stanotte.

'Notte Marion.

 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 19 Marzo 2006 da MARIONeDAMIEL

IL SOGNO

Eravamo su un aereo, io e te mamma. Stavamo volando verso 'l'America" ... non so dove.. non so quale città.

Sedute vicine. A un certo punto comparve un'hostess, mi disse di prendere il mio bagaglio perchè io dovevo scendere, c'era un altro volo che mi attendeva.

Non ci pensai due volte. La seguii. Mi ritrovai su un altro aereo. Quelle poche volte che viaggio (in treno) ho sempre paura di perdere il biglietto e così controllo spesso la borsetta. ...

ci guardai dentro anche quella volta... avevo con me anche il tuo biglietto mamma... comincio' il panico.

Mi resi conto che tu eri rimasta sola, che ti avevo lasciata sola in una situazione che tu non avresti saputo fronteggiare.

Guarvavo i biglietti e mi chiedevo come fosse stato possibile che non avessi pensato a te, nel momento di prendere un altro volo. A come avreti fatto una volta scesa a terra.

Poi cercai qualcuno che potesse aiutarmi, qualcuno da avvisare all'altro scalo, qualcuno che ti potesse rassicurare, che io sarei arrivata.

Poi il sogno finì. Per la sensazione enorme di impotenza  e di frustrazione e di dolore.

Mi riscuoto, è solo un sogno.

Torna a dormire Marion.

Altri sogni arrivano prepotenti.

Siamo di nuovo in america, con tutta la famiglia stavolta, i bambini sono ben presenti.

Abbiamo una guida che ci mostra la citta' (New York?) , monumenti antichi si intervallano a palazzi modernissimi, noi siamo in un'auto scoperta.

Poi la guida ci ospita a casa sua, periferia degradata. Una catapecchia... topi.. sporcizia... vedo distintamente un animale che non capisco cosa sia, infilzare un topo e il sangue che scorre... sono terrorizzata... andiamocene... ma gli altri non sembrano curarsi di cio', sono tranquilli davanti a un barbeque....

Non voglio stare in questo posto.. anche qui mi sento impotente, inadeguata e spaventata.

Mi concentro sul russare piano di mio marito e decido che devo svegliarmi e uscire anche da quel sogno.

Fuori è una bella giornata.

 

 
 
 

Post N° 175

Post n°175 pubblicato il 17 Marzo 2006 da MARIONeDAMIEL
 
Foto di MARIONeDAMIEL

Erano pochi mesi di matrimonio.

Io una giovane sposina entusiasta. Avevo una casa tutta mia, il ragazzo che amavo, un lavoro, una vita tutta mia.

Facevo due lavori a quel tempo, il mio vecchio amico commercialista mi aveva detto... "ma vieni almeno al pomeriggio"....

E io andavo, tanto figli non ne avevo. Era bello avere due lavori, differenti poi. E due serie di colleghi. Non ero mai stanca.

Una sera, aprendo il frigo per preparare la cena, lo vedo.
Un pacchettino. Nello scompartimento delle uova. Un pacchettino di quelli di gioielleria, una scatoletta piccola e quadrata.

Tu gironzolavi lì in giro... sorrido..
"Ma questo cos'è?"
"E' per te, aprilo."

Lo apro. Un paio di orecchini a cerchio, semplici ma con delle sfaccettature che li rendono diversi dai soliti cerchi.

"Ma perchè?" Chiedo.

"Con i primi soldi che ho guadagnato... dalla prima serata..... " rispondi tu.

Dio come ti ho amato in quel momento... perchè tu sei così, non fai mai le cose che fanno tutti.

Negli anni ho avuto molto altri orecchini, sono un mio vezzo, mi piacciono molto, alcuni me li hanno regalati altri me li sono comprati da sola.

Ma metto sempre e solo quelli. Non riesco a vedermici con gli altri.

La chiusura è ormai allentata, spesso mi cadono o si impigliano in sciarpe o foulards.

L'altro giorno mentre prendevo il caffè al solito bar, la ragazza mette le mani sotto al bancone e mi dice : "Non ti sei accorta che ti manca un orecchino?"

L'aveva lei in mano. Era caduto la mattina e chi l'aveva trovato l'aveva dato a lei. Fortuna.. fortuna? Non mi sono nemmeno stupita piu' di tanto...

Quel momento d'amore resterà sempre con me.

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: MARIONeDAMIEL
Data di creazione: 09/08/2005
 

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SIBILLA ALERAMO

"Mi pareva strano, inconcepibile, che le persone colte dessero così poca importanza al problema sociale dell'amore. Non già che gli uomini non fossero preoccupati della donna; al contrario, questa pareva la preoccupazione principale o quasi. Poeti e romanzieri continuavano a rifare il duetto e il terzetto eterni, con complicazioni sentimentali e pervensioni sensuali. Nessuno però aveva saputo creare una grande figura di donna."

 

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