SANGUE E TENEBRE

I miei boschi metafisici


- Volti nelle fiamme Oltre le vette che dividono il tuo sguardo, oltre il tuo volto, oltre il buio più impuro sorge la lapide dell'impiccato e spergiuro. Oltre la valle, spazzata dai venti disboscata dall'uomo, tormentatore del suolo sali più in alto oltre l'impiccato delle fate d'autunno c'è il bosco fatato. Oltre i tuoi laghi d'occhi gemelli, i ghiacci del monte e i suoi affilati anelli. Sospiri, gemiti, dall'alto bosco sussurri, fremiti dal folto nascosto, troverai un vecchio davanti a un fuoco sempre quieto e solo in quell'eterno loco. E' lì in certi giorni, è lì in certi anni non lo smuovono certo tempo, gelo od affanni. Guarda nel fuoco e non è proprio solo, ci sono volti, volti nelle fiamme. - L'alto fondovalle Là oltre il colle della pietra spezzata, vedi le nebbie d'una breve cascata, prima dei tronchi, prima del bosco sale quel buio quel nebbioso fosco. Non è molt'oltre i sassi scuri e screpolati di quel basso masso, quel macigno da gigante ch'è quel curvo colle, sulla strada, lì verso il bosco nebbia. Storie strane e vecchie, risiedon fra i suoi rami, e le genti delle case della stessa valle, vi restan lontane, sulla strada, là, verso il piano valico, e raramente s'azzardan, e mai soli al buio, per l'angusto fin di valle, alto ed erto, boscoso e vecchio e mai sfiorato dalle paterne scuri. Alberi scuri, nodosi e tetri, muffe e licheni antichi in umidi festoni. Da storie intorno al fuoco, è il bosco nebbia, e lì fra le sue fronde qualcosa corre e strisca, sconosciuto ancora, o dondola e danza in intime radure fatate d'argento in gocce e luna, luna, illumina i fatati che sopravvivon e danzan fra le stelle, rilucon vita e suolo al loro passo, e lieve, inavvertibile, è il loro dolce tocco sulle vite, e il bosco oscuro, coi suoi mezzi li protegge sempre, lor custode dietro rami forti e cupi, radici dure e fiere e le sue belve, nere silenti, languide pantere.