Macroeconomy

Usa, segnali negativi anche dai consumi


Dopo il settore immobiliare e il mercato del lavoro anche i consumi negli Stati Uniti sono in flessione. Il dato di oggi sulle vendite al dettaglio lascia pochi dubbi. “Quasi tutti i settori sono in calo, e’ un chiaro segnale di un rallentamento dei consumi”, ha spiegato Antonio Cesarano, economista di Mps Capital Services. “Marzo vedra’ un nuovo marcato rialzo dei prezzi della benzina e segnera’ un altro mese di vendite piatte o negative in termini reali –aggiunge Giovanna Mossetti, economista di B.Intesa-. Con febbraio si conferma che il rialzo del prezzo della benzina sta avendo degli effetti anche sui volumi: le vendite di benzina calano infatti dell’1% m/m. La componente auto segna un ampio calo (-1,9%) dopo un +0,2% a gennaio. La nostra previsione per i consumi nel 1* trimestre e’ di quasi-stagnazione (+0,2% t/t annualizzato), e evidenzia gli effetti di un trimestre in cui il reddito disponibile reale sara’ probabilmente in calo. Nel secondo trimestre si assistera’ ad una riaccelerazione della crescita dei consumi finanziata dai primi effetti del pacchetto fiscale”. Secondo Cesarano l’effetto combinato del settore immobiliare e del rallentamento dei consumi dovrebbe portare la crescita dell’economia statunitense prossima allo zero nel primo trimestre. Un contributo positivo dovrebbe invece arrivare proprio dal dollaro debole che spingera’ le esportazioni. Per parlare di vera e propria recessione, pero’, “e’ piu’ opportuno attendere i dati sul Pil”, conclude Cesarano. Il mercato si attende un taglio dei tassi di 75 punti base da parte del Fomc nella riunione di martedi’ prossimo. Il cross euro/dollaro ha tovvato un nuovo massimo a 1,5627 e le quotazioni del petrolio sono volate a 110.7 usd/barile per il Wti e a 106,8 usd/barile per il Brent. Il future per aprile sull’oro ha superato per la prima volta i 1000 usd/oncia.