Macroeconomy

Eurozona vittima della crisi dei consumi globali


La Germania e’ in recessione. I dati di oggi lo hanno confermato con due trimestri consecutivi di crescita negativa. Anche la zona euro e’ in recessione e i dati di domani sul Pil preliminare del 3* trimestre lo confermeranno. Gli Usa, come i maggiori Paesi industrializzati, sono ormai in contrazione e l’Ocse ha dipinto un quadro negativo per la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. La crisi finanziaria si e’ trasformata in crisi economica e oltre a salvare le banche, come ha espresso Henry Paulson ieri, occorre spingere i consumi.Nei 15 Paesi della zona euro, pero’, la vera crisi dei consumi e’ quella della domanda globale che impatta sulla bilancia commercial e sulle esportazioni. Le spese familiari interne, come ha notato l’ufficio nazionale di statistica tedesco, sono leggermente positive.“Nel 1* semestre dell’anno l’Europa ha registrato una debolezza dei consumi dovuta all’erosione del potere di acquisto causata dall’inflazione –spiega a Mf-Dow Jones Luca Mezzomo, economista di Intesa Sanpaolo-. Adesso si sta avendo una rotazione con un aumento di rilievo per la domanda estera. Questo portera’ ad un ciclo negativo degli investimenti”.Diventa quindi ancora piu’ cruciale le per la zona euro la riunione del G20 di sabato a Washington. Tutte le misure che possono far ripartire i consumi e quindi le economie a livello mondiale avranno un impatto maggiore sull’Europa, dove “non ci sono gli squilibri che si registrano negli Usa con un conseguente rallentamento dei consumi inferiore”.Non si puo’ pero’ solamente contare su un ripresa degli Stati Uniti o dei maggiori Paesi emergenti. “Tutti devono guardare a casa propria”, conclude Mezzomo.Occorre quindi una strategia dei singoli Paesi armonizzata a livello europeo per sostenere l’economia, spingere i consumi e far tornare la fiducia.