Macroeconomy

Usa, mercati scontano deflazione, ma sembra lontana


L'inflazione di ottobre negli Usa ha sorpreso i mercati con la flessione congiunturale maggiore da 61 anni (-1%). I mercati ora scontano uno scenario di deflazione per l'anno prossimo, con l'economia che e' gia' prevista in recessione."E' molto probabile per il primo semestre del 2009 una calo dell'indice generale dei prezzi anche a causa del confronto statistico con i primi sei mesi del 2008 che hanno registrato quotazioni del petrolio ai massimi", spiega Luca Mezzomo, economista di Intesa Sanpalo. "Cio' non vuol dire pero' che ci sara' un calo generalizzato dei prezzi", condizione essenziale perche' via sia deflazione. La flessione di alcune componenti che pesano sull'indice e lo fanno scendere sotto la parita', non implica uno scenario di calo della domanda interna che costringe le imprese a svendere i propri prodotti. Anzi, "il calo a cui potremmo assistere l'anno prossimo potrebbe essere positivo per l'economia".Gli Usa potrebbero sperimentare la deflazione solo nel caso di un fallimento della politica economica, spiega Mezzomo. Occorre pero' ancora vedere come agira' la nuova amministrazione Obama per rilanciare i consumi e la domanda interna. "Uno scenario simile potrebbe presentarsi dopo il 1* semestre del 2009"."Il clima disinflativo piu' marcato -spiega Antonio Cesarano, economista di Mps Capital Services- si avra' tra il 1* e il 2* trimestre del 2009 con la variazione tendenziale che potrebbe scendere sotto il +1%, molto vicino ad un valore negativo". Oltre al calo del prezzo del greggio, comunque, dai consumi e dalla domanda interna non dovrebbe arrivare un grosso aiuto. Anche se Obama dovesse predisporre un piano di incentivi, il suo effetto, aggiunge Cesarano, si avrebbe dopo alcuni mesi. Il pericolo quindi c'e'.Il settore immobiliare, nel frattempo, continua a mostrare segnali di debolezza, con il fondo che non sembra ancora raggiunto nonostante l'avvio di cantieri per nuove case ad ottobre sia ai minimi dal dopoguerra. Il vice presidente della Fed, Donald Kohn, in un intervento al Cato Institute, ha affermato che la Federal Reserve ha sottovalutato "il calo dei prezzi degli immobili, le conseguenze che questo avrebbe avuto sui proprietari e, soprattutto, la vulnerabilita' del sistema finanziario globale rispetto a questi fenomeni".Lo stesso Kohn sulla deflazione ha spiegato che il rischio e' maggiore rispetto a qualche mese fa, ma "ancora pIccolo". La Fed, inoltre, non ha abbandonato una posizione a favore dell'allentamento quantitativo, con l'M1 che e' raddoppiato in pochi mesi.