Macroeconomy

BoE e Bce verso tagli tassi, ma Trichet potrebbe deludere


Dopo la revisione al ribasso dell'indice Pmi manifatturiero di lunedi', un altro brutto segnale arriva dagli indici Pmi definitivi composito e dei servizi nell'Eurozona e in Gran Bretagna, che evidenziano una situazione economica in continuo peggioramento. I riflettori sono sempre piu' puntati all'incontro di domani di Bce e BoE, dove saranno tagliati ulteriormente i tassi di interesse. Ma mentre per la prima resta l’incertezza legata alla misura del taglio, per la seconda sembra ormai certo un allentamento di 100 punti base.Oggi l'indice Pmi composito dell'Eurozona e' stato rivisto a 38,9, contro un valore flash di 39,7, evidenziando un ulteriore peggioramento dell'attivita' economica nella seconda parte del mese di novembre, con un crollo record della produzione sia nel manifatturiero che nel terziario. Inoltre, un altro segnale negativo e' arrivato dal dato sulle vendite al dettaglio di ottobre, scese dello 0,8% m/m contro le attese per un -0,3%.Per Chris Williamson, economista di Markit, "il Pmi della zona euro suggerisce che l'attuale flessione non ha ancora toccato il fondo. Ogni volta che il Pmi diminuisce evidenzia un aggravamento della recessione. Il Pil sembra avviarsi ad una contrazione di almeno lo 0,5% nel quarto trimestre e, per il prossimo anno, non si anticipa alcun ritorno nel breve termine ad una fase di crescita. Tuttavia le pressioni inflazionistiche hanno continuato a precipitare in linea con il collasso della domanda, con prezzi in diminuzione a tassi mai visti in oltre cinque anni, il che dara' sostegno ai fautori di ulteriori tagli dei tassi d'interesse."Tuttavia, il calo delle pressioni inflative, il collasso della domanda e le previsioni sulla crescita che diventano piu' tetre ad ogni nuovo dato macro potrebbero non bastare per convincere la Bce a tagliare i tassi in modo aggressivo. "Mentre la BoE sembra pronta per un altro audace taglio dei tassi, la Bce ha enfatizzato le virtu' di una risposta misurata", spiega Marco Annunziata, economista di Unicredit Mib. "Io non sono d'accordo, e credo che la Bce dovrebbe tagliare i tassi possibilmente di 125 pb portando il tasso di riferimento al 2%, indicando chiaramente che questa volta il fondo del ciclo di alleggerimento dovra' essere piu' basso del solito". Per Annunziata, inoltre, i gravi effetti della recessione e le risposte di politica fiscale fin qui esitanti da parte dei Governi stanno aumentando il rischio di un rallentamento prolungato e meriterebbero una risposta piu' "attiva e flessibile" da parte della Banca centrale, che dovrebbe in tal modo imporsi come "l'unica vera istituzione Europea". "Molto probabilmente -aggiunge pero' Annunziata- tagliera' i tassi di un misero 50 punti base, anche se c'e' qualche chance per 75 pb".Per un abbassamento dei tassi di 50 punti base sembrano d'altronde essere d'accordo in molti. Enrik Nielsen, economista di Goldman Sachs, auspica un taglio di 100 pb, "ma la Bce tagliera' solo di 50 pb, con una lieve possibilita' che possa arrivare fino a 75 pb". "In queste circostanze, raccomandiamo un taglio straordinariamente ampio come la misura di politica piu' appropriata", aggiunge Juergen Michels di Citigroup, ma realisticamente le attese sono per un piu' "normale" 50 pb. Piu' in linea con la retorica della Bce sembra invece Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo, per cui un taglio limitato a 50 pb potrebbe essere piu' appropriato, in quanto permetterebbe di non esaurire "tutte le cartucce subito".Per quanto riguarda la BoE, sembra scontato un taglio di 100 pb, dopo che nei due precedenti incontri il tasso di riferimento era gia' stato portato dal 5% al 3%.