Macroeconomy

Inflazione Usa in calo, ma deflazione lontana


L’inflazione negli Usa non scendeva cosi’ tanto dal 1932, in termini non destagionalizzati, e nei prossimi mesi continuera’ a calare. Non ci si aspetta un periodo di deflazione, ma piuttosto di disinflazione che potrebbe anche essere positivo per l’economia, dando una spinta ai consumi.“La probabilita’ che l’indice generale dei prezzi diventi negativo e’ molto elevata soprattutto tra la primavera e l’estate del prossimo anno”, spiega Luca Mezzomo, economista di Intesa Sanpaolo. Come i dati di oggi hanno mostrato, a trainare al ribasso l’inflazione e’ il crollo dei prezzi dei carburanti. Nei primi mesi del prossimo anno la variazione tendenziale dovra’ fare i conti con i record che il petrolio ha messo a segno nella prima parte del 2008. “La componente core, invece, dovrebbe rimanere positiva e scende sotto i livelli del 2003, l’1%”.“Le aziende hanno bisogno di liquidita’ e in questo momento stanno tagliando drasticamente i prezzi –aggiunge Peter Possing Andersen, economista di Danske Bank- Ecco spiegati i numeri di novembre. L’headline scendera’ sotto lo zero nel corso del 2009 e per poi tornare positiva nel 2010. Dubito che la componente core diventera’ negativa”. Un’inflazione negativa per un tempo determinato non e’ negativa per l’economia, anzi potrebbe rappresentare una spinta per i consumi. Secondo l’economista di Danske, infatti se i prezzi dei carburanti continueranno a crollare, le famiglie potranno spendere piu’ in altri settori.La nuova amministrazione del presidente Barack Obama presentera’ nei primi mesi del 2009 il nuovo piano per stimolare la crescita economica. Se i consumi riprenderanno e l’economia evitera’ un profonda recessione, il rischio deflazione sara’ scongiurato.La Fed questa sera tagliera’ i tassi. Mezzomo si attende un allentamento monetario di 50 punti base, mentre Andersen non sarebbe stupito da una mossa piu’ aggressiva, “per abbassare i tassi il piu’ possibile tutti in una volta”.