mad_giu

Lettera a te.


Mad, ciao.Ho sempre per la testa questo pensiero. Di scrivere. Di scrivere in funzione di questo posto, che vorrei diventasse talmente immenso da impegnarmi la vita di ogni giorno, con domande su domande e altrettante risposte.Ho sempre per la testa questo pensiero, da quando in un giorno qualsiasi era nata l’idea di scrivere qualcosa a quattro mani. Di scrivere, per raccontarci al mondo. Per non tenere nascosto al mondo il dolore, che ha preso anche noi, ma che (ahimè) accomuna un infinito numero di persone. Persone che ogni giorno ci passano accanto. Persone di cui non sappiamo niente. Ma di cui invece, sappiamo molto. Ricordo ancora la nostra prima chiacchierata via messaggi privati, in quel sito, che non vale nemmeno la pena di nominare. Quel sito che mi ha tenuto compagnia in quell’estate, in cui il succedersi delle giornate non aveva più un senso.Ricordo che lo stesso pomeriggio avevo l’ennesima seduta dallo psichiatra. Ricordo che appena uscita ho trovato un tuo messaggio in cui mi chiedevi com’era andata. Ricordo la paura di un possibile incontro. Alla fine, cercato.La paura mossa dal mio fisico ancora scarno, in confronto al tuo, modellato al punto giusto e bello.La paura mossa, dall’essere totalmente nuda, nonostante gli svariati vestiti dettati dal freddo.Nuda, di fronte a te. Di fronte ad una sconosciuta. Appuntamento davanti a Sisley. Erano le quattro e mezza, su per giù. La luce autunnale aumentava i chiaroscuri dei palazzi, sui volti della gente.Di te, avevo solo intravisto una foto microscopica, ma dentro di me già conoscevo il tuo sorriso.O per lo meno, lo immaginavo. Eccoti. Ti guardavi intorno. Io arrivavo dalla piazza. Il mio giro propiziatorio, il mio rito, prima di ogni incontro. Sempre.Spiccavi tra tutti, forse in punta di piedi o forse no. Ti guardo, e i tuoi occhi incontrano i miei. Capiamo. Capiamo che è il momento di salutarci.Capiamo che è il momento di sorridere. E ora ringrazio di aver capito. Subito.