mad_giu

Scrivo io.


Spiegazione immediata della tanta vulnerabilità alla mia malinconia, oggi. E sono le 20.06.Tanto immediata non lo è, ma non pensavo potesse essere condizione dell’inconscio riesumare anche senza la completa certezza della data in se stessa.Tre anni fa pronunciai quel fatidico sì.No, non del matrimonio.Quel sì, che toglie quanta libertà può togliere un’unione coniugale.Che a poco a poco getta in una condizione di non ritorno.Non vi è possibilità di divorzio. Indossavo il karategi, ricordo. Ricordo me l’avessi chiesto tu. E io avevo voglia di mostrarti un katà come si deve. Non indossando vestiti comuni. Volevo che il movimento d’anca fosse coronato da quel tessuto rigido e assieme rigorosamente flessibile, bianco.Ingenuamente volevo. Ingenuamente avrei voluto il tutto si fermasse lì.Ma la curiosità è mossa anche dall’ingenuità, non ancora “senile”, della mia adolescenza.Adolescenza all’insegna dello smontamento-limiti. Un po’ debole.Non alla debolezza della carne. Non debolezza fisica. Debolezza alla felicità.Quello stato mentale che solo ora scopro essere fuggevole, e che prima mi sembrava così essenziale e permanente, una volta conquistato. Io nelle tue mani “ieri”.Oggi. Il tempo non cambia. Grigio. L’innocenza non torna. Buio.