Un cavaliere errante

La Speranza (per Sir Madhead)


Mi svegliai in preda ad un terrore folle: avevo perso la mia anima, qualcuno o qualcosa, non saprei dirlo, me l'aveva rubata. Improvvisamente mi trovai completamente solo ad affrontare il giorno nascente, per la prima volta mi sentivo veramente abbandonato. Aprii gli occhi, ma non vidi niente e nessuno. Accesi una luce, ma la luce non c'era o non la vedevo. Che cosa è successo, mi chiesi. Che cosa faccio ora continuai a domandarmi;la luce non c'è; pensai se ne fosse andata insieme alla mia anima. Provai a chiamare gli amici, ma anche loro non risposero. Passò del tempo, ma non saprei dire quanto, perché non c'era più il giorno, solo notte buia intorno a me. Ero senza forze e pensai di non poterne più venir fuori e che, ormai, la vita, se così si può chiamare senza l'anima, fosse giunta alla fine: non c'era più una via di uscita. Piansi lacrime amare; ma, ad un tratto, tra le lacrime mi sembrò di scorgere un flebile bagliore di luce. Si, era una luce fioca, appena visibile tra la nebbia del dolore, ma c'era, seppur lontanissima: c'era. Iniziai a camminare verso di essa, mi sembrava che si allontanasse, nonostante il mio accelerare del passo. Trascorsero ore, poi giorni, poi settimane ma, alla fine, giunsi di fronte a quella luce. Altro non era che una piccola candela posata su di un foglio di carta con su scritto: SPERANZA.