Creato da ShamanaInteriore il 25/06/2007

Madre Terra

Appunti sul Mito della Dea Madre

 

 

« Dimmi quanto pesa un fio...Il pozzo sacro di Glasto... »

E' attraverso di noi che il Graal riappare 

“Dobbiamo ricordare come e quando ognuna di noi ha vissuto un'esperienza della Dea, e si è sentita confortata e completata grazie a lei.
Si tratta di sacri momenti eterni che, per quanto numinosi possano essere stati, senza parole è difficile recuperarli.
Ma quando qualcun'altro parla di una simile esperienza, può rievocarne in noi la memoria e ripristinare quei sentimenti atti a riportare in superficie l'evento. Questo accade solo quando, e se, parliamo per esperienza personale. Ecco il motivo per cui abbiamo bisogno di parole che esprimano i misteri femminili.
Come tutto ciò che appartiene alle donne, sembra sia necessario che una donna alla volta partorisca ciò che sa.
Facciamo l'un l'altra da levatrici alle nostre coscienze.
La prima volta, rivelare la nostra verità ci fa paura. In seguito diventa più facile. Alle radici della nostra esperienza collettiva di donne sappiamo che i rischi esistono.
Da qualche parte in fondo all'anima ricordiamo l'epoca dei roghi, l'epoca in cui le donne venivano perseguitate come streghe e bruciate vive.
E questo andò avanti per tutti i trecento anni dell'Inquisizione. In quello che ai giorni nostri è stato definito "l'olocausto delle donne", morirono più donne sul rogo di quanti non ne abbiano uccisi i nazisti nelle camere a gas durante l'Olocausto della seconda guerra mondiale.
Prima vennero bruciate le levatrici con l'accusa di alleviare i dolori del parto (cosa che contravveniva all'ingiunzione biblica che condannava le donne alla sofferenza), poi fu la volta delle guaritrici che conoscevano le proprietà medicinali delle erbe, donne che celebravano le stagioni, donne eccentriche, donne che possedevano beni di cui altri volevano appropriarsi, donne senza peli sulla lingua, donne intelligenti, donne prive di protezione.
Questa memoria collettiva produce un effetto più forte di qualsiasi altro trauma represso; scoprire reciprocamente le nostre esperienze sacre e trovare le parole per esprimerle ci getta nell'ansia. Abbiamo bisogno di coraggio per sostenere ciò che sappiamo.
Da qualche parte in fondo all'anima, noi donne ricordiamo un'epoca in cui la divinità era chiamata Dea e Madre.
Quando veniamo iniziate ai misteri della donna scopriamo allora di essere le portatrici del sacro calice, scopriamo che è attraverso di noi che il Graal riappare. [..]”


Jean Shinoda Bolen, Passaggio ad Avalon
 

 
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tony il 26/01/14 alle 10:57 via WEB
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Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sara’ riempito.
Puoi essere spinto in giu’.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno puo’ impedirti
di levare il tuo cuore
verso il cielo -
soltanto tu.
E’ nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da cio’ venne,
ancora non ascolta.

Clarissa Pinkola Estés
“Il giardiniere dell’anima”




 

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IL CANTO DEL TEMPO

 

Io fui Guerriero. Il mio braccio era forte, il mio passo veloce, il mio respiro quello del cervo quando lo inseguivo.
Il mio cuore quello del cinghiale quando lo stanavo.
Il mio occhio quello dell'aquila perchè non avevo limiti.
Ora la mia spada è sepolta e il mio sonno tra le pietre ruba al vento il ricordo dei canti e delle battaglie.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nella terra - con il mio Tempo.

Io fui Druido. La mia mente era forte, la mia fede luminosa, la mia sapienza come pozzo profondo e mai prosciugato.
La mia magia come musica nell'armonia degli elementi.
Ora la mia arpa è sepolta e il mio sonno tra gli alberi ruba al cielo il ricordo delle stelle.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nell'aria - con il mio Tempo.

Io fui Donna. La mia anima era forte, il mio sorriso l'aurora distesa sul fianco dei monti.
Il mio respiro rugiada sull'erba di Beltane.
I miei fianchi la soglia nella sacra notte di Samhain.
Ora la mia chioma si è fatta vento per cullare il sonno del guerriero, e i miei occhi sono stelle per vegliare il riposo del sapiente.
E io sto - nell'universo - a custodire il Tempo.

(Mariangela Cerrino)

 
 

AREA PERSONALE

 

VIAGGIO



Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimentofermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola,
tu, ricco
dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


(Costantino Kavafis)

 
 

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