L'amore in ginocchio

Post N° 8


“Slave bambina: mi sono meravigliata di quante ce ne siano. Ragazze che a vent'anni già cercano qualcosa di diverso. Già hanno la maturità e la consapevolezza di dire "Io sono una schiava". Consapevolezza che io ho raggiunto superati i quarant'anni. Alla loro età sognavo ancora l'amore puro e il principe azzurro. Forse sono in cerca di un padre mai avuto, di punizioni prima e di coccole dopo. Per lei un Padre – Padrone.Slave annoiata: di solito sono sposate e stanche della solita routine quotidiana. Cercano il diverso, il "facciamolo strano". Il più delle volte al primo incontro tornano sui loro passi facendo capire che sono disponibili invece per una relazione extraconiugale normale. Per lei un Padrone – annoiatoSlave ninfomane: cerca sesso, sesso, sesso, non importa come purché qualcuno la "scopi" e non importa nemmeno se cambieranno quattro partner in un mese. Per lei un Padrone – satiroSlave masochista: cerca il dolore e non è quindi una vera schiava, che invece cerca la soddisfazione del suo Signore. Per lei un Padrone – sadicoSlave no no no: è quella che, quasi sempre al primo incontro torna sui suoi passi. "No, niente segni. No, niente punizioni. No, niente privazioni. No, niente ordini.” Per lei un Padrone – si si siSlave padrona: pensa di essere una slave, ma continua a chiedere, domandare e dare ordini. Per lei un Padrone – schiavoSlave regina: è lei, la vera slave, la personificazione di colei che si dona senza chiedere. In lei è  la gioia di prostrarsi davanti al suo Signore, la soddisfazione di non deluderlo e la felicità di appartenergli. Per lei un Re – Padrone” (dal web)Non credo molto in questo genere di classificazioni, ma questa mi è sembrata simpatica, anche se chi ha redatto questo elenco ha dimenticato una categoria molto particolare… la Slave Seta :-) (perdonami… ma mi è venuto proprio spontaneo!)Ironia a parte… Dicevo di non credere in queste classificazioni, ma penso che ognuno, comunque, abbia un suo modo di essere schiava/master e sicuramente dietro questo diverso modo di vivere il BDSM ci sono altrettante motivazioni. L’ho chiesto migliaia di volte a me stessa senza trovare una valida risposta… perché una donna desidera essere schiava? Si potrebbero fare tante ipotesi. Il piacere di abbandonarsi. Sentire la forza di un uomo che ci dia sicurezza e stabilità interiore. Vivere qualcosa di intenso e inesplorato in cui ogni emozione è amplificata. Il senso di autopunizione. Il desiderio di una unione mentale e fisica totale mai provata prima. Affermare indirettamente il proprio potere di donna usando il proprio corpo sapendo di dare piacere. Il puro piacere fisico. La voglia di trasgressione. E si potrebbe continuare ancora senza peraltro giungere ad una conclusione. Forse ciò che è importante non è interrogarsi del perché si decide di essere una schiava ma del come si decide di vivere questa esperienza. E allora non perché una donna desidera essere una schiava, ma cosa significa per lei essere una schiava. Io mi sono resa conto che il mio essere schiava cambia di giorno in giorno. Ogni giorno mi chiedo cosa significa “Sono tua” e ogni giorno la risposta è diversa, perché quando davvero si vive un rapporto di questo tipo con il corpo, la mente, l’anima, il cuore, si vive qualcosa  che inevitabilmente lascia un segno, un solco profondo dentro di noi e ogni giorno c’è un’evoluzione del rapporto con il proprio padrone. Così se all’inizio “Sono Tua” significa inginocchiarsi ai suoi piedi quasi per gioco, dopo un po’ significa sentirsi “piena”, protetta e appagata ai suoi piedi.