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"Ammazzare" il tempo

Post n°6 pubblicato il 29 Settembre 2008 da Magicocchio
 

Mi trovavo all’interno del tunnel della Manica,
in attesa di attraversare il mare sotto 40 metri di terra.
Un viaggio di 50 km fino sull’altra sponda dell’isola regale, l’Inghilterra.
“Non è facile trovarsi lì sotto senza pensare a niente”.
Mi assaliva Il solito pensiero compulsivo sul perché
le donne abbiano così tante borsette e altrettante scarpe.
Non riuscirò mai a capire se sia un bisogno o un’esigenza.
Oppure solo una “cosa di donne” .
Possibile che non riescano a veder invecchiare i loro complementi d’arredo?
Per dirla tutta io ho un marsupio che uso da vent’anni;
a volte sembra che mi parli, dove vado io viene anche lui.
Respira e rumoreggia … almeno credo che sia lui.
Non l’ho mai lavato e sta in piedi da solo.
Come le mie vecchie Nike, 15 anni di vita,
mai lavate e stanno … in piedi.
Lì sotto, senza nessun filo logico continuo, graffiavo le pareti del tunnel.
C’era un uomo, a pochi metri da me, fra terra e lamiere scricchiolanti.
Era l’addetto alla sicurezza dei vagoni che trasportavano le vetture.
Odiavo il suo fare sospettoso e quel suo sguardo fiero e pieno di sé.
Guardava, mi scrutava, sentivo i suoi occhi addosso.
Si era accorto che nel mio petto batteva un cuore italiano.

In ogni viaggio lungo o breve che sia,
porto con me sempre tre cose:
La coppola, la bandiera italiana e l’inno nazionale di Mameli che
in quel momento suonava a “manetta”;
onde sonore che si propagavano all’infinito …

Forse l’unione di queste tre cose lo infastidiva.
Abbassai il volume della radio e per un momento
la sua figura scomparve dal mio immaginario.
Guardai dallo specchietto retrovisore e lo rividi mentre
scuoteva la testa nell’osservare i salami e le provole,
adagiate dolcemente sul pianale della Punto e avvolte in un
drappo tricolore.
Sentivo crescere dentro di me una ventata d’odio,
“Se solo avessi avuto la forza di Zeus,
l’avrei fulminato all’istante”,
anche se le pareti della mia anima erano lastricate di buoni propositi.
Agitato quanto basta per quella traversata che sembrava non finire mai
e sotto tutti quei metri di terra non so se la destinazione fosse il
paradiso oppure l'inferno.
La complicità del caldo e il poliziotto vestito da lucifero
non facevano ben sperare.
Ero lontano anni luce dal mondo civile.
Cellulari ,navigatori satellitari e ogni strumento che mi riportava alla civiltà
era fuori uso.
Libero da ogni forma di evoluzione ero lo stesso prigioniero del mio destino, in quel
luogo angusto e tenebroso: sembrava tutto così assurdo!
Anche il mio orologio biologico si era fermato e le particelle dei miei atomi
cercavano di reagire agli scossoni della mia mente traballante.

Arrivammo alla fine del tunnel e si spalancarono le porte del paradiso.
Un ultimo sguardo di fuoco all’agente che con un sorriso a denti stretti mi fece passare,
lungo strada verso la libertà.
Pagai 130 euro per attraversare il tunnel della Manica e non mi offrirono
neanche due uova in camicia.
Vergognoso!
Soldi spesi male(forse) ma tempo speso bene(forse),
perché tra uno sguardo malefico e l’ ansia generale,
riuscii a scrivere un semplice e buffo racconto
e ne ho realizzato un video.

Tanto per “ammazzare” il tempo.

Ecco il video: http://it.youtube.com/watch?v=Y1DCMLLHUBA

Il poetastro 21 Settembre 2008

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