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Generazione di ferro


Mia zia è morta. Detto così sembra quasi un telegramma. Era vecchia e malata, aveva percorso il suo tempo, ed è meglio così. Ma dispiace.Lei era la sorella preferita di mio nonno, che grazie a Dio, a 95 anni suonati ancora non sta troppo male. L'altra sorella è morta un anno fa.Loro sono la generazione di ferro. Questi tre fratelli, nati nei campi e cresciuti sulle strade della vita in maniera così diversa, fanno parte di quella generazione che se ne sta andando. Quella dei nonni.E' il normale processo della vita, generazione su generazione, finchè anche noi non saremo una generazione da sostituire, che passerà, come passa il tempo.Eppure la loro generazione, è così diversa dalla nostra. Loro erano fil di ferro ritorto, indurito. Non si spezzavano, non si piegavano.Hanno passato la guerra, la fame, la miseria. Hanno vissuto nei campi. Hanno conosciuto la fatica.Loro sono passati, e noi stiamo qui a farci le pippe con gli psicodrammi da operetta. Nelle nostre sensibilità, troppo spesso, da benestanti.Forse erano dannatamente duri, fatalisti fino all'inverosimile. Ma avevano un senso del concreto che a noi manca decisamente.Non dico che erano migliori. Il migliore, il peggiore, lo fanno le persone, non le categorie.Dico che erano diversi. Loro erano il fil di ferro, teso, nel vento freddo che fischia.E noi siamo qui, tremule canne, che al soffiare di qualche brezza, ondeggiamo, nella nostra ipersensibilità, da operetta.Saluto mia zia, come saluto un intera generazione, che è stata giovane come lo sono adesso io, che è invecchiata ed è morta. Come capiterà a me.Vorrei solo prendere, da questi canuti vecchietti, un pò di forza, della loro gioventù. Travasarla nella mia, in modo che mi renda più forte, nell'affrontare questo tempo che passae che tutto divora