La vita che vorrei

Un eroe normale


Dopo quattro giorni di silenzio, il prof di inglese ha trovato un telefono satellitare e ha chiamato i genitori in Inghilterra. "Non preoccupatevi per me, sono vivo e vi voglio bene" le sue prime parole. "Lo sai mamma? Quando è arrivata l'onda gigante, invece di scappare ho salvato la vita a 42 ragazzini di 13 anni: i miei studenti" ha aggiunto. Si è sentito quasi in imbarazzo. Ha pensato: magari glielo spiego un'altra volta, quando il senso di questa tragedia sembrerà più lontano. I giornalisti lo hanno fatto per lui, e infatti mentre il prof era al telefono la mamma stava invitando gli amici a un'improvvisata cena di ringraziamento.Ofunato, Nord-est del Giappone, venerdi 11 marzo. Il prof di inglese, come ogni mattina, si dirige a scuola. Entra in classe e fa l'appello: i 42 studenti sono tutti presenti. Nella pausa pranzo l'aula si vuota e alle 2 si riempie un'altra volta. Alle 2 e 46 la terra trema con una violenza biblica. Dagli altoparlanti un funzionario municipale grida terrorizzato: scappate, correte via senza perdere un secondo. Panico. Gli studenti erano paralizzati. "Il mare era enorme. Ho avuto l'istinto di fuggire. Poi ho guardato i ragazzi mentre i muri si crepavano. Mi sono detto che non potevo" ha raccontato il prof. "I ragazzini erano sotto i banchi, con la testa protetta e niente paura, come insegnano nelle esercitazioni: l'edificio non crollerà. "Ma se fossero rimasti lì" racconta il prof "sarebbero morti. Così ho ordinato loro di seguirmi. Istintivamente sono andato verso il campo di baseball in cima alla collina". Li ha portati con sè in alto. Nell'unico punto lontano dal mare e dalle case. "Ci siamo seduti in circolo. I ragazzi si sono messi le mani sulle spalle. Molti gridavano mentre il rumore cresceva annunciando l'apocalisse". Alle 2 e 45, otto minuti dopo l'allarme, il mare esplode e comincia a mangiarsi Ofunato e le sue vite, pezzo dopo pezzo, corpo dopo corpo. Passano un giorno e una notte prima che il prof, sposato con una giovane giapponese, decida di scendere a valle per cercare i genitori dei bambini. Lungo il percorso incontra un collega "Mi ha detto che mia moglie era viva ma che 181 ragazzi della scuola erano scomparsi. E che io avevo fatto un miracolo". "E' stato in quel momento" ha raccontato il prof "che per la prima volta ho sentito che anche le mie gambe stavano tremando".