La vita che vorrei

Non c'è più l'arcobaleno


A quanto pare, la guerra è cominciata. E pure vicino a casa. Eppure, che strano: non ho visto (ma forse vedo male) nemmeno una bandiera arcobaleno: sui balconi, alle finestre, per strada. Non ci sono vessilli della pace: non uno, nessuno. Quanti ne sventolavano, invece, ai tempi dell'Afghanistan, prima e dell'Irak, dopo. Dove sono finite le piazze invase dagli Agnoletto e dai Casarini alla guida di una maxi marcia della pace? Dove sono finiti i disobbedienti, quelli che in nome della pace, e della non violenza, distruggevano vetrine? Dove sono finite le masse pacifiste, le maree colorate che sfilavano dietro la grande scritta "senza se e senza ma"? Spariti. C'è Il Manifesto che onora la linea pacifista, e poi ancora qualche francescano sparso, una dichiarazione di Gino Strada, qualche orfano di Rifondazione Comunista e poco altro. Chissà, forse gli altri sono distratti. Forse è colpa del week-end lungo. O forse l'ubriacatura patriottica, che ha fatto prendere la sbornia persino a gente (i soliti compagni che sbagliano) che anni fa difendeva i carri armati dell'Urss, quando intervenivano a soffocare il dissenso. Accidenti che strano: dov'è la differenza con Afghanistan e Irak? Allora c'erano i raid aerei, un dittatore arabo (o la dittatura dei talebani, nel caso dell'Afghanistan), qualche interesse per il petrolio. Adesso ci sono i raid aerei, un dittatore arabo e qualche interesse per il petrolio. Qualche differenza, a onor del vero, però c'è. In Afghanistan e Irak a comandare le operazioni c'erano gli americani guidati dal perfido fascista Bush. Ora ci sono i francesi, charmant anche quando sparano e negli USA c'è il democratico Obama. Ai tempi della guerra a Baghdad i seguaci di Saddam e del regime iracheno venivano definiti "resistenza irachena". Se c'è qualcuno disposto a definire i seguaci di Gheddafi "resistenza libica" si faccia avanti. Cari amici pacifisti, c'è ancora tempo. Adesso che siete tornati dal week-end potete togliere la bandiera tricolore del balcone e sostituirla con quella arcobaleno, prima di invadere Roma con un bel corteo pacifista. E così potrete pure chiedere ai leader della sinistra come mai ai tempi dell'Irak sfilavano al vostro fianco senza se e senza ma e adesso sono arrivati a dire che "concedere le basi è il minimo, bisogna fare di più". Certo, di più: bombardando Tripoli come si è fatto (anche con i nostri aerei) con Belgrado, quando al governo c'erano Prodi e D'Alema. Sarebbe interessante sentire come riescono a spiegarglielo i vertici del PD ai pacifisti. Sempre ci fossero ancora, i pacifisti, naturalmente. E sempre ci fossero ancora i leader del PD. Forza pacifisti, fatevi sentire. Altrimenti più di uno (compreso il sottoscritto) penserà che il pacifismo ai tempi del conflitto in Irak era solo polemica strumentale. Certo Gandhi era di tutt'altra pasta: ma lui non pronunciava pace, produceva pace.