La vita che vorrei

Lavorano solamente


Mi piacerebbe che una volta l'anno organizzassimo in Italia una marcia, una veglia o almeno un minuto di raccoglimento, per un pensiero dedicato a tutti i lavoratori e operai che vivono all'estero in quei Paesi tormentati da guerre e violenze di ogni genere. Solo che non riesco a trovarne traccia. Nessun sindaco ha appeso le loro facce sui muri del Municipio. Nessun comico ne parla, per difenderne la causa. Nessuna associazione politica o pacifista ha sfilato per loro con bandiere e cartelli. E magari nessuno, a parte le famiglie, li accoglierà all'aeroporto quando torneranno, speriamo presto. Comunque vada loro, quelli che lavorano laggiù, chiamano sempre casa: per dire che stanno bene, tranquillizzando i familiari e di conseguenza anche le nostre coscienze, che così potranno serenamente occuparsi d'altro. Questi lavoratori, e le loro vite, probabilmente avrebbero ben altra notorietà se fossero giornalisti, pacifisti, o comunque degli individui che frequentano le zone calde del mondo in nome di un ideale più o meno nobile e avventuroso. Lavoratori e operai che rischiano la pelle "semplicemente" (o "solamente") per mantenere le proprie famiglie, invece, non fanno scendere la gente in piazza. E forse nemmeno emozionano.