La vita che vorrei

Diversamente giovani


L'altro giorno in libreria noto per caso un'anziana signora che osserva con ammirazione due ragazzi, un maschio e una femmina, che sfogliano un libro da cui esce una musica lieve, molto gradevole e melodica. Quel libro le piace moltissimo: pensa che sarebbe un regalo perfetto per la nipotina e per questo si avvicina allo scaffale dove i ragazzi hanno appena riposto il volume, ma non riesce a individuarlo fra tutte quelle copertine colorate. Chiede aiuto alla coppia di adolescenti, che subito lo rintracciano e glielo porgono. Il libro suona davvero, però costa 12 euro e 90. Troppo per le tasche di una pensionata. La signora si allontana a passi lenti, ed è già quasi davanti all’uscita quando si sente toccare una spalla. Sono i ragazzi di prima e hanno un pacchetto in mano. "Tenga, è per la sua nipotina". Fossi stato il direttore di un quotidiano, avrei pubblicato in prima pagina la notizia della gentilezza disinteressata di quei due ragazzi, con tanto di nome, cognome, foto, città. Probabilmente nessun direttore, al mio posto, lo avrebbe fatto, ma se invece di regalare il libro alla vecchietta, quei due ragazzi l’avessero rapinata, sicuramente sarebbero stati sbattuti in prima pagina. Come simboli di una gioventù depravata. So bene che due ragazzini in libreria non rappresentano una generazione. Ma nemmeno gli altri: quelli che picchiano, rubano e stuprano. Dei quali però si parla sempre, al punto da indurre noi adulti a credere che esistano soltanto loro.