La vita che vorrei

In Mara fede


Se l'onorevole ministro Marco Carfagna avesse minacciato le dimissioni, affermando che nel suo partito gli impediscono di battersi per la legalità, saremmo qui a discutere di buona e cattiva politica. Ma siccome si chiama Mara e non Marco, con quell'aspetto e gli occhioni che ha, la sua denuncia è già stata declassata a reazione isterica. A tener banco sono i suoi rapporti umani: con l'amico, il romantico Bocchino e la nemica Mussolini, che l'ha paragonata a una popolana sguaiata. L'interesse del circo mediatico, e dei lettori, ha sterzato subito verso il gossip, fregandosene della sostanza delle sue parole.E’ un problema con cui tante donne meno fortunate della Carfagna devono fare i conti ogni giorno negli ambienti di lavoro. Il parere femminile vale meno e non è considerato autorevole. Quando un uomo s’arrabbia, ha carattere. Quando si arrabbia una donna, ha le mestruazioni. Oppure non le ha più. Non basta più nemmeno l'immagine. Se sei bella, i maschi ti desiderano ma non ti considerano: e tutti pensano (anche le donne) che la tua carriera non sia merito dei talenti, ma degli amanti. Se poi sei soltanto, o al massimo, passabile, ti trattano come una crocerossina, un angelo custode, o come una bestia da soma: da maltrattare a piacimento, tanto poi per farsi perdonare basta una lisciatina giusta, al momento giusto. Tutti comportamenti appresi dai moderni manuali di figosofia, che sono ormai le letture preferite di molti, fra depressi (repressi) sposi e non, che si considerano uomini.