La vita che vorrei

Benedetta ingenuità


Sono un ex trentenne, un ex magro, un ex pieno di capelli che parla, spesso, a raffica, tifa Milan e sogna di invecchiare scrivendo in una casetta vicino alla riva del mare. Ma ho paura di non essere più un ingenuo, purtroppo. Ne coltivo, però, ancora il desiderio, sempre. E ammiro quelli (e sono tanti) che sanno ancora trovare, con cuore limpido, gesti di amore e di pietà, senza arrendersi allo scetticismo e allo sconforto. Gente insomma che si rifiuta di credere che questo mondo sia ridotto così male. La loro vera vittoria non è tanto la conquista del successo, ma la consapevolezza di aver dato un senso alla propria vita, senza lasciarsi paralizzare dallo scetticismo nè condizionare dalle disillusioni. Gente come quel povero parroco di periferia che ha speso la sua vita per i reietti: non sapeva che salvare gli ultimi era impossibile e proprio per questo li ha salvati, fino all'ultimo. Abbiamo tutti hanno un talento: il problema è che la maggior parte non riesce a riconoscerlo, scivolando così nell'infelicità. Benedetta ingenuità! L'ho smarrita dietro tante storie quotidiane e avvilenti di prevaricazione e ignoranza. Ma per fortuna riesco ancora a ritrovarla, nella confusione quotidiana, in alcuni gesti. E lì capisco che solo se impari a vederla negli altri, scoprirai di averne ancora una riserva dentro di te. Perchè nessun altro, se non noi stessi, ci può salvare.