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Grazie, Grazia

Post n°63 pubblicato il 01 Settembre 2010 da ilmondocheiovorrei

La spiaggia di Mazzaforno, vicino a Cefalù, è una spiaggia come poche, nel senso che la natura si è particolarmente impegnata nel farla bella, ma è una spiaggia come tante: fra lattine, cartoni e materassini abbandonati, ogni mattina d’estate assomiglia a una discarica. Una di quelle spiagge in cui i bagnanti arrivano, guardano, si adeguano. Nel peggiore dei casi gettano qualcosa sulla sabbia anche loro. Nel migliore dei casi imprecano: contro gli spazzini che non spazzano, i poliziotti che non puniscono, i politici che se ne infischiano e i tempi che non sono più quelli di una volta. Succede così pure a Mazzaforno. Solo che lì c’è una signora. La signora Grazia. E’ una signora che non si adegua e non impreca. Ma ogni mattina d’estate china la schiena e, munita di guanti e sacchi neri, incomincia a raccogliere le tracce della maleducazione altrui.

Perché lo fa? Abita lì vicino, la spiaggia di Mazzaforno è l’angolo di terra che le è stato affidato e alla signora Grazia le colpe del mondo non sembrano una buona ragione per limitarsi a denunciarle senza fare niente. Lei fa. Quel poco che può, che poi è tanto, è tutto, perché chi pulisce davanti a casa propria, dice il proverbio, è come se pulisse il mondo intero. Grazie davvero, Grazia. Grazie di esistere, Grazia e grazie a tutte quelle persone come Grazia che si rifiutano di deprimersi e sono ancora capaci di reagire.

 
 
 

Cattivi senza imbarazzo

Post n°62 pubblicato il 01 Settembre 2010 da ilmondocheiovorrei

Della vicenda di Civitanova Marche, dove un gruppo di bulletti da spiaggia fra i dieci e gli undici anni ha preso a calci lo sdraio su cui un venditore ambulante si era seduto, gridandogli “amigo, vattene, questa è proprietà privata”, mi ha colpito, negativamente, soprattutto il comportamento ridanciano dei genitori. Qui pare che insegnare il disprezzo verso le persone più deboli stia diventando, per certi genitori, una missione educativa di cui menare gran vanto. Non si spiegherebbero altrimenti le risate con cui i padri e le madri di quei mocciosi hanno accompagnato la scena. Mi pare quasi di sentirli: cosa sarà mai, sono solo dei bambini! Non è solo la cattiveria del gesto, e delle risate, che mi ha colpito. E’ la mancanza di imbarazzo dei cattivi. E dei genitori dei cattivi.

 
 
 

Siamo tutti figli di Dio

Post n°61 pubblicato il 01 Settembre 2010 da ilmondocheiovorrei

Il vescovo ausiliario di Salisburgo ha scritto che la morte di quei ventuno ragazzi alla Love Parade del luglio scorso è stata una punizione divina. Ballare impasticcati e seminudi per le strade costituisce attività peccaminosa, sostiene il vescovo, ed è perfettamente naturale che Dio colpisca chi tenta di sovvertire l’ordine da lui creato. Mi chiedo: se Dio aveva deciso di castigare i baccanti della Love Parade, perché ne ha sterminati solo ventuno, risparmiando gli altri? Ma soprattutto: perché ha preso di mira una moltitudine di giovanotti che, per quanto sballati, non stavano dando fastidio a nessuno, mentre non si accanisce con altrettanta precisione su assassini, ladri, stupratori e tutto ciò di ben più orribile e “peccaminoso” di una danza sfrenata che viene messo in scena ogni giorno dalla tragicommedia umana?

Un parroco della mia infanzia diceva che il Dio Paura è un’invenzione degli uomini per spaventare, inibire e dominare altri uomini. Gesù, aggiungeva, ci ha insegnato che Dio non è un vecchietto arrabbiato con la barba bianca e il forcone, ma l’energia d’amore di cui è composto l’universo. E’ un vero peccato che quel parroco illuminato ci abbia lasciati da tempo. Altrimenti avrei umilmente suggerito a quel vescovo di Salisburgo di andare a lezione di catechismo da lui.

 
 
 

Halleluiah, Giulia

Post n°60 pubblicato il 04 Agosto 2010 da ilmondocheiovorrei

Non è una festa qualsiasi. Non è nemmeno un rave party qualunque. No, la Love Parade non è roba per cuori teneri, per ballerini della domenica, per frequentatori di discoteche nel fine settimana. La Love Parade è un sabba infernale, è la liberazione dei sensi, è la celebrazione del ritmo e la festa del corpo, è il party definitivo, senza limiti, senza regole, senza confini e il tutto è sostenuto dall'incessante pulsare della musica. Musica per ballare fino allo sfinimento, fino ad entrare in trance, lasciandosi portare via dal ritmo, con milioni di ragazzi che, all'unisono, si muovono, saltano, urlano, in una selvaggia celebrazione della libertà, della gioventù, dell'eccesso. È l'annullamento dell'individualità in favore di un respiro e di un ritmo collettivo. È l'abbandono del pensiero, la cancellazione della parola, la celebrazione del ritmo, in ogni sua forma, con tutta la sua forza. È un mondo parallelo, senza genitori, scuole, lavoro, obblighi, è l'affermazione di un "diritto alla festa" che la vita sembra voler negare ad una generazione che non ha molti motivi per sognare.

Ci sono andato anche io, a una Love Parade, anni fa. Non mi era piaciuta, sinceramente, perchè quel ritmo così esasperato era troppo, per me. Soprattutto per il mio cuore: non ce la fa più, ormai, a reggere questi ritmi. Preferisce altri suoni, come quelli della natura, per esempio: mi fanno stare bene, anche da solo. Ma non era scritto da nessuna parte che dovesse, per forza, finire così, come a Duisburg. Non si muore negli stadi o ai grandi concerti, solo perché la folla è tanta. La realtà, invece, è terribile e il dramma oggi è davanti agli occhi di tutti. Forse è il caso di pensare diversamente a come celebrare questo "diritto alla festa" per celebrare l'amore e la musica. Forse è il caso di fermarsi, anzichè accelerare a palla.

Halleluiah, Giulia, comunque. La bandiera della pace personalizzata con la scritta "Giulia" in un grosso cuore, sotto a una composizione di fiori azzurri, bianchi e lilla, Ti ha accompagnato in questo Tuo ultimo viaggio. Assieme alle note di "Halleluiah" e alla voce struggente di Leonard Cohen. "Too weird to live, too rare to die": "troppo strana per vivere, troppo rara per morire": una citazione tratta dal film "Paura e delirio a Las Vegas" quella che avevi scritto sul Tuo profilo. Ti consideravi uno "spirito libero", di "umore pazzo". Uno spirito libero che adesso può riposare, cullato dalle note che più amava. Halleluiah, Giulia.

 
 
 

Fate buon viaggio

Post n°59 pubblicato il 03 Agosto 2010 da ilmondocheiovorrei

Rosario è un agente di commercio di quasi cinquant’anni. Conosce una donna un po’ più giovane di lui ma non troppo, che non può chiamarsi che Grazia. Rosario e Grazia vivono a Catania e si innamorano, si sposano e cominciano a coniugare insieme i verbi al futuro. Hanno un sogno: mollare tutto e navigare lontano dagli oggetti superflui, dalle convenienze sociali. Liberi, finalmente, dalle tossine accumulate in tanti anni di lavoro. E allora vendono: la casa, la macchina, gli elettrodomestici e anche tutti i vestiti, tranne un paio. Poi estinguono i conti in banca e con il ricavato comprano il materiale che serve a Rosario per costruire la barca con cui faranno il giro del mondo. Eccoli sulla banchina del porto, in un pomeriggio d’estate, mentre salutano amici e parenti. Torneranno fra cinque anni e con i soldi della barca compreranno un terreno che hanno già adocchiato nella campagna etnea. Lì costruiranno una piccola casa per continuare a viaggiare, stavolta da fermi: dentro se stessi. Rosario e Grazia sono partiti venerdi dal porto di Catania. Fate buon viaggio!

 
 
 
 
 

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Un blog di: ilmondocheiovorrei
Data di creazione: 06/01/2010
 

 

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