Mara solo Mara

La guerriera


- Chi la drogata?Come la drogata? Ricorda solo questo di quella ragazza? Sono basita, non posso credere che mio figlio possa averlo detto.Lui che per anni ha frequentato il seminario, che ancora sta frequentando l'università con la speranza di accedere alle comunità di tossicodipendenti... proprio lui. Michela, cosi si chiamava, era una ragazza che viveva con la sua famiglia vicino alla nostra villetta. All'inizio era solo una ragazzina che stava crescendo, con i problemi e le fantasie proprie dell'età.Arrivava a casa nostra, suonava il campanello e mi chiedeva se poteva portare Ale, allora poco più che lattante, a fare un giretto con il passeggino e quando io acconsentivo tutta felice trotterellava in casa e faceva la vice mamma.Di andare a scuola non se ne parlava proprio. Lei amava la libertà e aveva una voglia sfrenata d’indipendenza. Era curiosa e intelligente, buona al punto da passare per credulona, altruista al punto di non considerare mai i suoi limiti. Per lei bere era un modo per stare con gli amici. Per lei lo spinello era la maniera di sentirsi grande, di essere accettata da quelli che sono "in gamba".Cresceva e con lei cresceva la sua voglia di trasgressione, di dare un taglio a tutto ciò che rappresentava il suo passato. Un padre troppo rigido e nello stesso tempo assente, una madre troppo apprensiva ma poco disponibile all'amore di cui era affamata, una sorella troppo precisa, puntigliosa, perfetta.Tutto gli andava stretto.- Per fortuna che beve, pensa se si drogava?Soleva ripeteva il padre a chi lo rincuorava sul destino di quella figlia, senza pensare che dal bere alla droga il passo per un'adolescente è breve, e senza pensare che comunque era un segnale dall'allarme che Michela gli stava mandando. Gli ultimi mesi prima di entrare in comunità era diventata l'ombra di se stessa, consumata e vuota. Tanta voglia di morire al punto che non riusciva più a nutrirsi ed alzarsi da sola dal letto.Poi il silenzio, per anni.Anni in cui la famiglia si era chiusa nel loro dolore, anni in cui il suo nome era scomparso dalle labbra di tutti.Poi è riapparsa.Bella come può esserlo solo chi è stato forgiato nel dolore, dentro e fuori. Accanto a lei c'era un ragazzo.Si seppe che aveva finito il liceo artistico e cominciava ad esporre le sue opere nelle gallerie d'arte.Non aveva lasciato la comunità dove viveva ma ora era lei che accoglieva e regalava il suo sorriso ai suoi compagni meno fortunati.Il lieto fine durò poco... piano, piano le luci si spensero nuovamente.Ora lei doveva combattere contro qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva cercato e che ora le stava nuovamente portando via la vita.Un tumore.Per anni la sua lotta è stata dura, per anni non ha ceduto. Anni in cui è scomparso il padre, anni in cui la sorella è uscita di casa per andare a convivere, anni in cui la madre si è fatta in quattro per non lasciarla sola e l’ha sommersa di tutto quell’amore che forse non era stata capace di fargli vedere prima di quel momento. Il tutto nuovamente nel silenzio e nell'abbandono.E poi la fine, l'annuncio mortuario sui muri di una città che non era più la sua e in cui era ricordata ancora solo ed unicamente come la ragazza che si bucava.Nel mio cuore lei non sarà mai la ragazza che si bucava ma la ragazza con gli occhioni e i capelli neri che con il suo sorriso splendente veniva a prendere Ale per giocare a fare la grande.Sarà sempre la guerriera che si è battuta contro il mondo perché non era del mondo.Mara