MareMatta

Quante ombrose dimore hai già sfiorato


(Foto: Graca Loureiro)Quante ombrose dimore hai già sfiorato,anima mia, senza trovare asilo:dal sogno rifluivi alla memoria,da memoria tornavi a essere un sogno,per via ti sorprendeva la bufera.Senza felicità, senza speranzadi quiete - ma guarda come il voltopuramente contiene il suo destino -a volte ti levavi rischiaratadalla ragione, a volte ti eclissavi.Vivi, incredibilmente ti fu dato;esisti, come sia lo chiedo ancoraal passato, a quest'ora in cui più lievela montagna di sé scolpisce il solee la sera che il mare blu deplora.("Quante ombrose dimore hai già sfiorato" Mario Luzi)A quante esistenze malcerte ho condotto la mia essenza immutabile, tra incoscienza ed esperienza, poi sempre insufficienti l'una all'altra. Eppure, così nitida traspare dal volto la necessità d'un nostro incontro - anima mia, se anche un sorriso mai ti conforti, nè ti è concessa la speranza di ritrovare un nido. Solo, di tanto in tanto come un triste neon nella notte, s'alternano chiarori di ragionevolezza. Ma cosa d'altro stiamo aspettando se c'è la vita? Miriamo avanti! Al di sotto dell'esistere non si scende, e anche se non ci si è compresi e se il futuro non accetta il dialogo, portiamo indosso scolpita la testimonianza d'un faticoso trascorso - che svanisce, è vero, ma che risorgerà - e un mare che ancora chiede luce per essere blu.(Commento di Valerio Nardoni, sottolineato su "La ferita nell'essere" Mario Luzi)