MareMatta

soliloquio


(Foto: Carla Salgueiro)                 Ursus era notevole nel soliloquio. Di carattere non socievole e ciarilero, avendo il desiderio di non veder nessuno e il bisogno di parlare con qualcuno, si toglieva d'impaccio parlando con se stesso. Chiunque ha vissuto in solitudine sa a qual punto il monologo divenga naturale. La parola interiore prude. Arringare Lo spazio è un drenaggio. Parlare ad alta voce e da solo, fa l'effetto  di un diaolgo col dio che ognuno ha in sé. Era questa, come è ben noto, l'abitudine di Socrate. Egli perorava la propria causa a se stesso. Del pari Lutero. Ursus somigliava a questi grandi uomini. Aveva la facoltà ermafroditica d'essere il suo proprio uditorio. S'interrogava e si rispondeva; si glorificava e insultava. Lo si sentiva dalla strada monologare nella sua baracca. I passanti, che hanno il loro modo di giudicare le persone di spirito, dicevano: è un idiota. S'ingiuriava talvolta, lo abbiamo detto poco fa, ma vi erano anche delle ore in cui si rendeva giustizia. Un giorno, in una di quelle allocuzioni che indirizzava a se medesimo, lo si udì esclamare: << - Ho studiato il vegetale in tutti i suoi misteri: nello stelo, nella gemma, nel sepalo, nel petalo, nello stame, nel carpello, nell'ovulo, nella teca, nello sporangio, e nell'apotecio. Ho approfondito la cromasi, l'osmosi, e la chimosi, vale a dire la formazione del colore, dell'odore e del sapore >>. V'era senza dubbio, in questo certificato che Ursus rilasciava ad Ursus, qualche vanità, ma coloro che non hanno approfondito la cromasi, l'osmosi e la chimosi, gli gettino la prima pietra.("L'uomo che ride" Victor Hugo)Beh....io lancio!Non potrei mai bastare a me stessa, dopo il primo giorno di convivenza solitaria litigherei con me stessa, il secondo mi insulterei, il terzo per punizione non mi rivolgerei la parola, il quarto mi prenderei a sberle e il quinto mi caccerei fuori di casa! E poi non ho idea di cosa sia la chimosi......t.