PALERMOSorridenti, fianco a fianco, uno seduto su una panchina con le gambe incrociate, l’altro in piedi, colto nel gesto di accendersi l’immancabile sigaretta. Queste erano le due statue in gesso, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, che raffiguravano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, distrutte la notte scorsa poche ore dopo essere state installate in via Libertà a Palermo. Quando questa mattina i carabinieri le hanno trovate a terra, semidistrutte, hanno dovuto faticare non poco per contenere la rabbia di tanti palermitani indignati per quello che, come lo ha definito lo stesso sindaco Diego Cammarata, appare un «vergognoso gesto vandalico-intimidatorio».Accanto a quei poveri rottami di gesso, qualcuno, una ragazza, ha voluto lasciare dei fiori ed un biglietto. Un messaggio che racchiude in una frase, senza giri di parole, la risposta di una città intera: «Per chi l’ha fatto, fate schifo!».
Noi vinceremo la mafia
PALERMOSorridenti, fianco a fianco, uno seduto su una panchina con le gambe incrociate, l’altro in piedi, colto nel gesto di accendersi l’immancabile sigaretta. Queste erano le due statue in gesso, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, che raffiguravano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, distrutte la notte scorsa poche ore dopo essere state installate in via Libertà a Palermo. Quando questa mattina i carabinieri le hanno trovate a terra, semidistrutte, hanno dovuto faticare non poco per contenere la rabbia di tanti palermitani indignati per quello che, come lo ha definito lo stesso sindaco Diego Cammarata, appare un «vergognoso gesto vandalico-intimidatorio».Accanto a quei poveri rottami di gesso, qualcuno, una ragazza, ha voluto lasciare dei fiori ed un biglietto. Un messaggio che racchiude in una frase, senza giri di parole, la risposta di una città intera: «Per chi l’ha fatto, fate schifo!».