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Affittasi villetta Torre Suda vicino a Gallipoli, a 400 mt. dal mare, climatizzata, 2 unità abitative, complessivamente: 2 camere matrimoniali, 2 saloni, una cameretta, sala con soffitto a stella, 8-9 posti letto, cucina abitabile + angolo cottura, grande giardino intorno, ampia veranda, posti macchina, terrazzo vista mare.
Acquerello: Rimini Ponte di Tiberio
Acquerello, donna allo specchio
Messaggi del 17/09/2007
Post n°95 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
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Post n°94 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
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Post n°93 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
Molte importanti società tedesche – tra esse la Krupp, la Siemens e la Bayer – erano interessate a ciò che si poteva ottenere. Auschwitz cominciò a generare una rete di campi secondari al suo esterno, trentaquattro in tutto. I prigionieri lavoravano in un cementificio… una miniera di carbone… un’acciaieria… un calzaturificio… il maggiore di questi sotto-campi era l’impianto dell’I.G. Farben… esso era noto come Buna perché il suo scopo principale era la produzione di gomma sintetica, l’altra importante installazione era un impianto d’idrogenazione progettato per convertire il carbone in olio…le fabbriche di Auschwitz erano le più grandi dell’impero Farben. Le condizioni in (Buna) erano ben simili a quelle di Auschwitz – gli appelli all’alba, le razioni da fame, le squadre di lavoratori mandati fuori per dodici ore consecutive, obbligati a lavorare a ritmi infernali, percossi dalle guardie, tormentati da cani enormi. I prigionieri che morivano per il superlavoro – dozzine ogni giorno – dovevano essere riportati al campo la sera, in modo da essere sorretti e contati all’appello del mattino dopo. In totale, circa 25.000 persone furono uccise nella costruzione dell’impianto dell’I.G. Farben… uno dei misteri irrisolti di Auschwitz è che quest’impianto, costruito a prezzo di indicibili sofferenze, non produsse mai un grammo di gomma sintetica. (Levi, I sommersi e i salvati, pag. 100) Avevo sentito la descrizione di Eichmann degli ebrei falciati dagli Einsatzkommandos armati di pistole e mitragliatrici. Si dice che si siano verificate molte scene cruente, gente che scappava dopo essere stata colpita, colpi di grazia da dare ai feriti e in particolare alle donne e ai bambini. Molti membri degli Einsatzkommandos, incapaci di sopportare oltre l’avanzata nel sangue, si erano tolti la vita. Alcuni erano addirittura impazziti. La maggior parte degli uomini di queste squadre avevano bisogno dell’alcol per portare a compimento l’orribile lavoro.
Lifton, pag. 159 Höss, l’artefice e creatore del più importante tra i campi di sterminio, cominciò la ricerca che si concluse con la selezione dello Zyklon B come agente di morte. Da: http://web.tiscalinet.it/alfabeto_auschwitz/p.htm |
Post n°92 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
La stanza delle fornaci occupava lo spazio interno più vasto al pianterreno del crematorio. Ospitava 5 fornaci, ognuna con tre storte (di circa 2 metri di lunghezza, 80 centimetri di larghezza e 1 metro di altezza) che erano usate per spingere i cadaveri nei forni. C’erano due generatori di gas a carbone sul lato opposto. I fumi venivano incanalati verso un solo camino tramite condutture nel pavimento. Inizialmente, i forni del crematorio II erano equipaggiati con un impianto a ventilazione forzata. La corrente d’aria era prodotta da tre ventilatori aspiranti situati tra le fornaci ed il camino. Dopo poco, però, si bruciarono completamente...
Inoltre, i crematori II e III erano dotati di speciali fornaci per l’incenerimento d’articoli di scarso valore, come documenti personali, borsette da signora, libri e giocattoli trovati nei bagagli delle vittime assassinate... I capelli disinfettati delle donne gassate erano messi ad asciugare in soffitta...
Nel disimpegno della camera a gas, i cadaveri erano privati degli occhiali e delle protesi, ed i capelli delle donne tagliati. Dopo di che i corpi erano caricati sul montacarichi e portati al pianterreno. Alcuni cadaveri venivano trascinati direttamente verso i forni. Altri venivano portati nel magazzino dei cadaveri di fronte al montacarichi, che serviva anche come luogo per le esecuzioni capitali mediante la fucilazione. Subito prima dell’incinerazione, i prigionieri del Sonderkommando rimuovevano i gioielli, che gettavano in apposite cassette numerate.
Denti con otturazioni di metallo, corone e ponti d’oro o fatti con altri metalli preziosi venivano estratti dalle bocche delle vittime gassate e depositati in una cassa marcata "Zahnstation" (stazione dentale)...
Ci volevano circa due ore per svuotare la camera a gas. Inizialmente i cadaveri erano portati ai forni su speciali carrelli montati su rotaia, come si faceva nel campo grande. I carrelli servivano anche per caricare i corpi nelle storte dei forni. Questa soluzione, però, non durò a lungo. Su iniziativa del kapò August Bruck, s’introdussero speciali barelle per cadaveri, che si potevano infilare nelle storte. Per facilitare il carico, le barelle venivano lubrificate con acqua saponata. I metodi di carico dei corpi variavano: ogni squadra di servizio ai forni aveva la sua tecnica. Ad esempio, la squadra di Tauber metteva due cadaveri nella storta per due volte, poi aggiungeva il maggior numero di corpi di bambini al secondo carico.
Ci volevano circa venti minuti per cremare tre cadaveri in una storta. Comunque, nello sforzo di ridurre il numero dei carichi, i prigionieri cremavano da quattro a cinque corpi alla volta, ed allungavano il tempo di cremazione a circa venticinque o trenta minuti. Quando il tempo era scaduto, si metteva nella storta il carico seguente, indipendentemente dal grado di incenerimento del carico precedente. Le ossa non completamente incenerite cadevano attraverso la griglia nella vasca della cenere, erano schiacciate con pestelli di legno insieme alle ceneri, poi gettate in altri pozzi vicino al crematorio. Dopo di che erano rimosse dai pozzi e gettate nella Vistola o negli stagni vicini. A volte erano utilizzate per preparare terriccio; altre volte venivano usate direttamente per fertilizzare i terreni delle fattorie del campo.
Anatomia, pagg. 164-170 Grandi colonne di fumo s’alzano dai crematori e si mescolano su in alto in un enorme fiume nero che scorre lentamente attraverso il cielo sopra Birkenau e sparisce al di là delle foreste, in direzione di Trzebinia. Il trasporto "Sosnowiec-Bedzin" sta già bruciando. Borowski, pag. 49. da Alfabeto di Auschwitz |
Post n°91 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
Il più sterilizzato di tutti i metodi d’uccisione ad Auschwitz era l’iniezione di fenolo, che fu istituzionalizzata nelle fasi relativamente iniziali di Auschwitz. Il paziente era portato in un ambulatorio e lì gli era somministrato un farmaco da un medico o (nella maggior parte dei casi) dal suo infermiere, che indossava il camice bianco e usava ago e siringa per l’iniezione. Nel gergo del campo, c’erano il verbo attivo spritzen ("iniettare", "schizzare", "spruzzare"), la forma passiva abgespritzt ("essere iniettato", o ucciso) e forme sostantive equivalenti a significare "siringare" e "fenolizzare".
Inizialmente, il fenolo era iniettato in vena alla vittima, massimizzando l’aura medica dell’intera procedura... Ma poco dopo, la tecnica fu modificata nell’iniezione del fenolo direttamente nel cuore. Alcuni testimoni pensano che il cambiamento si dovette al fatto che le vene erano talvolta difficili da localizzare, ma la vera ragione sembra essere la maggiore efficienza mortale dell’iniezione cardiaca diretta. I pazienti inoculati per endovena potevano resistere per minuti o addirittura un’ora o anche di più... "La soluzione acquosa concentrata di fenolo" che fu sviluppata si rivelò "economica, di facile uso ed assolutamente efficace se introdotta nel ventricolo cardiaco", di modo che un’iniezione di dieci o quindici millilitri nel cuore causava la morte entro quindici secondi.
Le iniezioni di fenolo erano praticate nel Blocco 20:
A quel punto due infermieri ebrei prigionieri portavano la vittima nella stanza (a volte le vittime erano portate dentro due a due) e la mettevano su uno sgabello, solitamente in modo che il braccio destro le coprisse gli occhi e il braccio sinistro rimanesse sollevato di lato in posizione orizzontale... L’idea era che il torace della vittima fosse inarcato in modo che l’area cardiaca fosse massimamente accessibile per l’iniezione letale, e che egli od ella non potesse vedere ciò che stava accadendo... La persona che faceva l’iniezione - spesso lo SDG Josef Klehr - riempiva la siringa e poi infilava l’ago direttamente nel cuore del prigioniero seduto e svuotava la siringa del suo contenuto.
In questo modo, bastavano in media due minuti e 22 secondi per assassinare un prigioniero.
Lifton, pagg. 254-259 Tratto da: http://web.tiscalinet.it/alfabeto_auschwitz/c.htm |
Post n°90 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
La passione di Mengele per la pulizia e la perfezione si riversavano in un’estetica della selezione; mandava in camera a gas persone con piccoli difetti sulla pelle, o quelle con piccoli ascessi o cicatrici d’appendicectomie. "I miei due cugini furono mandati a morte da Mengele davanti ai miei occhi perché avevano piccole ferite sul corpo," fu il modo in cui lo raccontò un sopravvissuto. Lifton, pag. 345. Mengele alimentò la sua leggenda drammatizzando le sue politiche omicide, come il suo tracciare una linea sul muro del blocco dei bambini, tra i 150 e i 156 centimetri dal pavimento, e mandando in gas quelli il cui capo non arrivava a raggiungere la linea. Lifton, pag. 346. Mengele uccideva anche in modo diretto. Fu osservato mentre praticava le iniezioni di fenolo, sempre in modo professionalmente corretto... Mengele sparò anche a un certo numero di prigionieri, e fu testimoniato che uccise almeno una volta calpestando il corpo di una donna. da: http://web.tiscalinet.it/alfabeto_auschwitz/c.htm |
Post n°89 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
Difatti, come previsto, si sta lagnando che io felice non lo cago e vado su Internet (penso io, ma lui non dice niente). Siccome mi vede che mi diverto lo stesso, ha già cominciato a rompere. "C'è l'amica di Robi, dai andiamo (Erano d'accordo di andare all'Iper), sennò se la prende" MA COME! NON STAVA MALE?! Si sta girando come una trottola fra le coperte ed è deluso che nessuno gli dice "Dai usciamo?", così non può fare la vittima e dire che noi lo facciamo uscire per forza anche quando sta male ecc. ecc. E' LUI CHE VUOLE USCIRE!!! |
Post n°88 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
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Post n°87 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
Se ne ando' a soli 53 anni, il 16 settembre del 1977. A trent'anni dalla sua morte, Maria Callas viene celebrata dal mondo intero. La Scala di Milano, teatro cui la cantante è stata legata dal 1951 al 1961, le dedica due esposizioni. Il sovrintendente Stephane Lissner: "La Callas è un mito e il nostro teatro ha un album straordinario di ricordi su di lei. Ecco perché la Scala ha voluto renderle un omaggio particolare per i trent'anni dalla sua morte" |
Post n°86 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
In Italia il 5,2% della popolazione è straniera
Sono 3.035.144 gli stranieri che vivono in Italia e il loro numero è destinato a crescere. L’incidenza degli immigrati sulla popolazione italiana è stata del 5,2%, in pratica ogni 19 residenti uno è immigrato. E’ quanto emerge dal XVI Dossier statistico ‘Immigrazione 2006’ della Caritas-Migrantes, presentato a Roma. Il quadro che affiora dall’analisi della Caritas è quello di un’Italia sempre più multietnica, ma che deve ancora fare grossi passi verso l’integrazione. Secondo il rapporto, gli immigrati non solo crescono, ma tendono sempre più a stabilirsi in Italia. Non solo. Sei immigrati su 10 vorrebbero il diritto di voto e per 1 su 5 le maggiori preoccupazioni sono casa e lavoro. Quasi tutti, infine, lamentano problemi per l’acquisizione della cittadinanza. UN QUARTO DEGLI STRANIERI VIVE IN LOMBARDIA Il 59,5% degli immigrati si concentra al Nord Italia, il 27% al Centro e il 13,5 al Sud. Un quarto di tutta la popolazione straniera, poi, si trova in Lombardia. Le province con il più alto tasso di incidenza sono: Prato (12,6%), Brescia (10,2%), Roma (9,5%), Pordenone (9,4%), Reggio Emilia (9,3%), Treviso (8,9%), Firenze ( 8,7%), Modena (8,6%), Macerata e Trieste (8,1%). Ma, secondo la tendenza in atto, i comuni capoluogo non sono quelli preferiti dagli stranieri. Quelli della cintura metropolitana soddisfano, infatti, meglio le esigenze abitative dei nuovi venuti: questo si rileva anche dall'ubicazione delle case acquistate dagli immigrati nel 2005 a Roma (12.000) e a Milano (9.900). |
Post n°85 pubblicato il 17 Settembre 2007 da MANUGIA95
Ogni tanto, (molto tanto) mio marito prende il raffreddore. Siccome lui non si ammala mai, quando prende questo raffreddore... APRITI CIELO!!! - Ho la febbre.... si lagna - MMMmmm Oddio - Sto male.... E via di questo passo. In casa l'atmosfera cambia di colpo, siamo tutti liberi di fare quello che vogliamo, io di cucinare e lavare i piatti, fare qualche faccenda in cui finalmente non ci sia il SUPERVISORE, oppure scrivere mail in cui non ci sia nessuno che si paizza dietro alle spalle. Ora infatti è tutto abbacchiato nel suo angolo di letto a soffrire e a fare la vittima, facendo il muso e la faccia da incompreso. Ogni tanto butta un respirone tipo "Come sto male nessuno mi capisce!" Naturalmente nessuno ci fa caso perchè sa che è tutta una pantomima, e, mentre continuano i respiri e i musi tutti girano felici e soddisfatti di tanta libertà in più. Sappiamo tanto che quando si stuferà (molto presto) l'aspirina farà il suo effetto, così all'improvviso e lo vedremo alzarsi, fare la doccia e dire: "Usciamo?" oppure "Facciamo questo? O quello?" E via. |
Inviato da: MANUGIA95
il 16/10/2016 alle 12:49
Inviato da: MANUGIA95
il 16/10/2016 alle 12:39
Inviato da: MANUGIA95
il 30/09/2016 alle 20:22
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 12:34
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 11:57