Diario di bordo

Un sabato qualunque!


Ore 7,40 di un tranquillo sabato mattina di una piccola località. Mi trovo nella sala di attesa della Pubblica Assistenza in compagnia di altre 20 persone per poter fare degli esami clinici. Ho portato con me tutto l'occorrente richiesto e paziente attendo che venga nominato il numero che mi permetterà di fornire all'addetta al ricevimento: le mie prescrizioni mediche ed il foglio sulla privacy che ha già perso di valore perché dopo tanti minuti di attesa sappiamo vita, morte e miracoli di tutti i presenti. Come è giusto che sia, viene data la precedenza ai bambini ed alle donne in gravidanza e fin lì tutto bene. Peggio è il discorso per la sequenza di numeri che sul display non scorre mai e l'organizzazione dell'addetta che scarseggia....Dopo circa 10 persone mi sento finalmente chiamare per cognome, mi alzo convinta di poter entrare e invece mi ritrovo a dover rispondere alla domanda :"ha portato tutti i campioni richiesti?" 🤔 🙄Cosa avrei dovuto dire dopo quasi un'ora di attesa?....Dopo altre 4 persone finalmente arrivo a varcare la soglia della stanza "delle torture" (ho qualche piccola fobia degli aghi)... Entro, inizio a togliere la giacca e il resto che mi impedisce di fare il prelievo e ascolto la conversazione tra l'infermiera e l'addetta alle prescrizioni.I: "cosa deve fare la signora?"A: "ha un sacco di cose lei, ma veramente tante" (con fare adirato) e manca poco sbuffa!Mi sta nascendo spontaneo rispondere:"scusate tanto.... 😅"Dopo il prelievo, una trafila di pagamenti, rientro per consegnare le ricevute manca poco mi siedo accanto a lei per darle una mano a disbrigare la burocrazia che pare la stia risucchiando!L'infermiera invece è ormai andata in tilt a detta sua perché tre bambini in una mattinata sono troppi!Conclusione di questo caos totale, ho dimenticato di prendere il foglio che mi servirà per ritirare gli esami.... 😅