Nell'Infinito

CONSAPEVOLEZZA


 "Anche il concetto di infelicità è molto relativo. Ognuno quando nasce ha in sé delle spinte interiori che lo stimolano in una certa direzione. Ma la maggioranza degli uomini non sa ascoltarsi, e procede guidato spesso dal miraggio di cose impossibili. Questo inevitabilmente porta verso una vita di sofferenza, che si manifesta nel contrasto tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere. Non tutto si può avere così come lo si desidera, ma l'ostinazione dell'uomo è grande e quando non riesce ad ottenere ciò che vuole, si scoraggia e si sente sfortunato o infelice, spingendosi talvolta fino all'assurdo. Dovrebbe invece accettare ciò che la vita gli offre senza fare paragoni con altri o desiderare cose impossibili. Se l'uomo imparasse ad accettare ciò che è e tendesse con consapevolezza a migliorare se stesso, non si troverebbe mai nella condizione di infelicità che può spingerlo a gesti folli come il suicidio. Inoltre dovrebbe capire che il suicidio interrompe un processo di crescita e di evoluzione e rinascendo si troverà ancora ad affrontare la stessa problematica". (da : Esperienze di confine - pag. 75 - di Maria V.M.Carrassi)