Nell'Infinito

CONSAPEVOLEZZA


 Dialogo di un discepolo col Maestro Quale è la prima cosa da fare per imparare? Il silenzio. E la seconda? Ascoltare il suono del silenzio. La terza? Tacere. Vorrei capire la differenza tra il silenzio e il tacere. Silenzio significa far tacere le voci interne, i pensieri, le emozioni, rimanere in uno stato di "sospensione granitica" in cui però non vi è il vuoto del sonno, ma l'inizio del risveglio. Quando avrai compiuto questo primo passo, avvertirai il suono del silenzio e da esso imparerai molte cose. Il silenzio non è vuoto, ma pieno. Infine sentirai una spinta violenta a parlare di quanto avrai vissuto. Se ti abbandonerai a quello stimolo, perderai gran parte di quanto avrai acquisito. Ecco l'importanza del tacere. Per custodire il silenzio ed il suo suono è indispensabile tacere. Quando avrai superate queste prove, consapevole della fragilità della mente, dovrai osare. L'osare è l'inizio della vita dell'eroe. È un osare diverso da quello inteso comunemente. Osare significa iniziare la sfida. Se oserò cosa dovrò fare? Volere. In che modo? Cessando di desiderare. Il desiderio è da tutti, il volere solo a chi ha cessato di desiderare. Il volere è un atto razionale, lucido e privo di passione. Non afferro ancora la differenza tra volere e desiderare. L'uomo desidera sempre qualcosa che non ha. E quando finalmente la ottiene smette di desiderarla. Volere non è rivolto a qualcosa che non si ha. Volere è rivolto a quello che si è. Solo che l'uomo non sa chi è. Volere è pertanto conoscere o meglio conoscersi. Giunto a questa consapevolezza l'uomo può smettere di volere ed iniziare ad essere. Volere ed essere sono amalgamati. Sempre in un eterno presente. Tratto da "Una via iniziatica " - Pace e Amore Maria V. M. Carrassi