Nell'Infinito

CONSAPEVOLEZZA


 Le 22 regole della Volontà di Ermete Trismegisto I. La vita, con le sue innumerevoli prove, ha per scopo, nell'ordine della eterna Saggezza, l'educazione della volontà. Il non volere e il non agire è all'uomo tanto funesto quanto il compiere il male. L'uomo deve, come il suo Creatore, essere sempre attivo. II. È a mezzo della Volontà che l'intelligenza vede il dispiegarsi delle fasi della vita. Se la volontà è sana, la veduta è giusta. III. Affermare ciò che è vero e volere ciò che è giusto, è creare. Affermare e volere il contrario, è distruggere. IV. Quando l'uomo, avendo scoperto la Verità, vuole operare la giustizia, nulla gli resiste. V. Al fine di affermare che un uomo è o è stato felice o infelice, sappiate la direzione che ha seguito la sua volontà. VI. Una catena di fiori è più difficile a spezzare che una catena di ferro. VII. La volontà dell'uomo giusto è l'immagine della volontà di Dio, e man mano ch'essa si fortifica, comanda agli avvenimenti. VIII. Le intelligenze le cui volontà non si equilibrano, sono come degli astri mancati. IX. Accettate il male relativo come un mezzo per raggiungere il bene assoluto, ma non lo vogliate, ne commettetelo mai. X. Per acquisire il diritto di possedere sempre, bisogna volere pazientemente e lungamente. XI. Affrontate il leone, e il leone vi temerà. Sappiate comandare al dolore, e il dolore si muterà in piacere. XII. Andare incontro alla morte per sacrificio non è un suicidio; è l'apoteosi di una sublime volontà e la presa di possesso della vita eterna. XIII Passare la propria vita a volere e perseguire dei beni caduchi, è votarsi all'eternità della morte. XIV. Volere il bene con violenza è tanto ingiusto quanto il volere il male. La violenza crea il disordine, e il disordine è il principio di ogni male. XV. Volere il male è asservirsi alla morte. Una volontà perversa è un inizio di suicidio. XVI. Soffrire è lavorare. Ogni dolore, accettato con obbedienza e rassegnazione, è un progresso compiuto. XVII. Più la volontà sormonta ostacoli, più essa ingigantisce in potenza. La speranza deve dunque unirsi incessantemente alla fede. XVIII. La paura non è che una pigrizia della volontà. I pericoli non spaventano che i mancati. XIX. La luce è un fuoco elettrizzato, posto dalla natura a servizio della volontà. Essa rischiara coloro che sanno usarne; fulmina quelli che ne abusano. XX. Ogni volontà che lotta contro i decreti divini, è riprovata dalla Eterna Ragione Pace e Amore * Maria V. M. Carrassi