Nell'Infinito

CONSAPEVOLEZZA


 
 PIACERE E DOLORE. STRAORDINARIE OCCASIONI DI CONOSCENZA Vide la Sofferenza che bevevo una coppa di dolore e gridai: "E' dolce, non è vero?" "Mi hai preso in castagna" rispose la Sofferenza, "e mi hai rovinato la piazza. Come farò a vendere dolore se si viene a sapere che è una benedizione?" -J.RUMI- Vi sono infinite possibilità di trarre insegnamenti anche dal piacere, dalla gioia. Non è il dolore l'unica via per elevarsi. Si tratta solo di adoperarsi per non fermarsi al godere in sè, ma a scoprire cose è contenuto nel messaggio del piacere.   Mentre nel dolore siamo rimandati obbligatoriamente a "dare un senso" alla sofferenza, nel piacere questa richiesta non ci stimola a nessuna ricerca. Il dolore è masochista quando ci si ferma ad esso come "fatto di sfortuna" o insensato. Senza essere in grado di dargli un significato. Tuttavia non siamo nati per soffrire, ma neppure per godere. Siamo venuti per frequentare una scuola di vita che deve insegnarci qualcosa. A scuola può essere bello, noioso o doloroso andare. Dipende da "quanto studiamo" e dalla nostra volontà di imparare. Il piacere e il dolore possono diventare "organi di percezione della realtà spirituale". Orecchi, occhi capace di "vedere" cosa vive entro ogni impressione di gioia e di sofferenza. Tiziano Bellucci