Nell'Infinito

Dal capitolo 1°


 Passarono alcuni giorni, la mia mente era offuscata dalla nebbia, nonriuscivo a venire a capo di niente.Il primo pensiero che mi venne di formulare fu che quella personasprigionasse da sè molta negatività, perciò nei giorni seguenti cercai ditenermi lontana da lei, evitavo di avvicinarmi ai gruppi di colleghi inconversazione quando c'era lui o non andavo a prendere il caffè insiemeagli altri, piccoli accorgimenti che sempre più si rivelavano insignificantidal momento che la situazione non solo non cambiava, anzi peggioravaogni giorno di più, io stavo sempre più male, perché non riuscivo più ariposare la notte.Con l'arrivo di quella persona era cominciato il martellamento dellevisioni notturne: visioni di guerra, esplosioni, e poi gente tanta gente che non conoscevo turbava il mio sonno. Cercavo di non pensare, cercavo di tuffarmi nella vita di ogni giorno, ma l'anima mia viveva in uno stato di angoscia ingiustificato, che non trovava una ragione nella vita di tutti i giorni. La mia mente era lontana, assente, ero abulica, non riuscivo a concentrarmi, facevo fatica a coordinare la mia vita di madre, di moglie e di insegnante.La notte puntualmente ero costretta a lottare con quelle visioni cheritornavano come una persecuzione, e alle quali non sapevo dare un significato: erano i ricordi tristi delle mie vite precedenti, che si presentavano tutte insieme, senza discernimento, ed io che ancora non avevo capito di cosa si trattasse, mi angosciavo ancor più perché in queste visioni c'era sempre lui e soprattutto era sempre presente il richiamo alla morte.Anche senza volerlo venivo trascinata indietro ogni volta che poggiavola testa su un cuscino, o anche se chiudevo gli occhi adagiata suuna poltrona. Da "Alla ricerca  della verità - Una vita tra sogno e realtà"pag. 21 - 22,  Ed. Centro studi di parapsicologia - Ge. " ottobre2006