Storia, miti e legge

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AGAR... Schiava o Sposa?

Post n°23 pubblicato il 29 Ottobre 2012 da pacemaria2010
 

Agar è la figura più controversa della Bibbia.
La tradizione ce la propone come schiava di Sara, la Sposa Primaria del patriarca Abramo, fondatore del popolo degli Ibrihim (figli di Abramo), ossia degli Ebrei, rifugiati in territorio egizio.
Sara, però, poteva avere come schiava l'egiziana Agar, una donna del popolo dominante?
Chi era, dunque, veramente Agar?
Sposa, sorella, serva, (ad eccezione di Madre, con ben altra funzione) erano termini che, all'epoca, si attribuivano alla donna, indipendentemente. Anche in Egitto, la Sposa era spesso chiamata: "Sorella del mio cuore".
E allora: Agar, sposa o schiava?
E' possibile sciogliere l'enigma, attraverso le pagine di un libro che narra le vicende di questa straordinaria donna.

"A G A R" di Maria Pace reperibile presso:
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AGAR... prima femminista della Storia

Post n°22 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da pacemaria2010
 

A G A R... prima femminista della Storia?
Proprio così!
Questa figura femminile biblica, che si pone in una posizione di critica nei confronti delle consuetudini del suo tempo, potrebbe essere scelta anche oggi quale simbolo per quelle donne che vogliono uscire da una condizione di dipendenza ed immobilismo.
Chi volesse conoscerne la storia, può richiedere il libro
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SETTE E CONFRATERNITE - La Setta degli Hashashin (o degli Assassini)

Post n°21 pubblicato il 26 Settembre 2012 da pacemaria2010
 

Hashashin! Con questo termine era indicata la famosa Setta che tanto fascino perverso suscitò sull'Occidente.
Il termine "Assassino" deriva proprio da Hashashin, che significa: consumatore di hashish, una droga ottenuta dalla canapa indiana.
Il nome originale della setta era Isma'iliti, dal nome del suo fondatore, l'emiro Isma'il ibu Gia' far.

Isma'iliti... da non confondere con Ismaelita.
Isma'iliti erano i seguaci della Setta mentre, invece, Ismaeliti erano (e sono) i discendenti di Ismaele, figlio di Abramo e dell'egiziana Agar.

Come in ogni setta, anche in quella degli Isma'iliti esisteva una gerarchia con a capo il Djebal, o Gran Maestro, meglio conosciuto come "Il Veglio della Montagna" e con prerogative di Monarca assoluto.

Del "Veglio della Montagna" si tanto favoleggiato, in Occidente: fiumi d'inchiostro e chilometri di pellicola.
E non sempre a proposito.
Si è sempre parlato della crudeltà della Setta, ma non si è mai... o quasi mai, fatto cenno alle ragioni delle sue origini.
Nacque durante le Crociate e lo scopo era lo stesso degli Ordini dei Cavalieri occidentali: difendere un Sepolcro: quello di Maometto.
Dai Cristiani, però.
Gli Isma'iliti erano gli avversari dei Templari e dei Teutonici, dunque. Tra questi opposti Ordini di combattenti, però, c'era una sorta di cavalleresca intesa.
Soprattutto con i Cavalieri Teutonici.
Interessante notare anche quanto l'organizzazione dei due Ordini fosse simile sia gerarchicamente, che nel comportamento, duro ed intransigente fino alla crudeltà.
Gerarchicamente i Teutonici si presentavano con una piramide così composta: Gran Maestro, Grande Priore, Priore, frate, scudiero; l'Ordine islamico invece era così costituito: Djebal, Sheik, Daiikebir, dais, ecc...
Sia i Templari che i Teutonici, dunque, tennero con questa Setta ogni genere di rapporto e stipularono Trattati spesso senza tener conto delle disposizioni papali.
Vale per tutti l'esempio di Federico II di Germania.
L'imperatore tedesco, per una dozzina e più di anni, era riuscito a continuare a rimandare la sua Crociata (ogni Sovrano europeo aveva la sua bella Crociata), finendo per attirare sul suo capo la Scomunica Papale.
Finalmente, il Sovrano si decise a partire per la Terrasanta. Assistito dalla fortuna e soprattutto dalla sua capacità di guerriero e stratega, l'imperatore conseguì una straordinaria vittoria e non esitò a proclamarsi Re di Gerusalemme e ad auto-incoronarsi.
Amante dei fasti orientali (Federico possedeva perfino un harem), egli intrattenne rapporti cordiali con il "Veglio della Montagna", l'emiro Al-Djebal, che invitò perfino alla sua tavola.
Si trattava di rapporti diplomatici, naturalmente, e il punto principale era il permesso ai Musulmani di praticare il proprio culto nella città santa di Gerusalemme, ma l'atmosfera era di reciproco rispetto.


La setta degli Isma'iliti, come ogni altra setta, era selettiva nella scelta dei propri adepti: giovani coraggiosi, atletici e con la vocazione all'obbedienza ed alla fedeltà più cieca ed assoluta; una volta entrati a farne parte, non era più possibile uscirne.
Si è sempre pensato ( e forse è anche vero) che alla base di tanta fedeltà al "Veglio", ci fosse l'uso e l'abuso di sostanze come l'hashish, che schiavizzava i seguaci, rendendoli sempre più dipendenti del Gran Maestro, come accadeva (sia pur con altri mezzi, ai Teutonici).
Il caso, però, che li ha resi famosi, è legato soprattutto al sultano Aloylin, una figura inquietante, dispotica, sadica e crudele.
Di lui si raccontava che, per legare sempre più a sé i giovani adepti, egli ricorresse ad un espediente profondamente ingannevole. Li drogava con hashish e li faceva vivere per qualche giorno in un luogo di delizie ed incanti, serviti e riveriti da belle fanciulle pronte ad assecondarli in ogni richiesta. Passato l'effetto della droga, i giovani credevano davvero di essere stati in Paradiso, finendo in tal modo di cadere completamente in balia dell'infido Gran Maestro.
Annullata ogni loro volontà e personalità, i giovani adepti erano pronti ad eseguire qualunque ordine del Sultano, per tornare in quel "Paradiso".
Perfino uccidere o uccidersi.
Sempre a voler dar fede a questi racconti, il sultano, per dimostrare ai suoi ospiti occidentali la fedeltà dei suoi guerrieri, offriva loro uno spettacolo agghiacciante: ordinava ad alcuni di loro di gettarsi giù dall'alto della fortezza e sfracellarsi sulle rocce sottostanti.
Ordine che i giovani eseguivano con grida di gioia, convinti di "tornare" in Paradiso.

 

 
 
 

sette e confraternite - I Cavalieri Teutonici (2° parte)

Post n°20 pubblicato il 26 Settembre 2012 da pacemaria2010

Proprio questo aspetto, però, finì per attirare su di loro l'accusa di nazionalismo (estraneo, fino a quel momento, alla Causa) e perfino di razzismo: una ambiguità che affascinò il 3° Right, durante la seconda guerra mondiale, fino a punto da volerlo prendere come esempio di modello da seguire.
A causa, infine, della forza e del carattere dei suoi seguaci, l'Ordine divenne sempre più ricco e potente, palesemente insofferente verso la sovranità papale, ma con il grande merito, grazie alle figure carismatiche di alcuni Grandi Maestri, di farsi "Mediatore" tra Stato e Santa Sede.
Un esempio di tale "virtù" si ebbe ai tempi delle grandi tensioni fra l'imperatore Federico II di Germania con la Santa Sede.
L'Ordine fece da intermediario fra il Papa e l'Imperatore tedesco che per più di una dozzina di anni aveva continuamente rimandato la partenza della sua Crociata (ogni Sovrano ne aveva una propria, indipendente dalle altre), adducendo sempre qualche scusa, tanto da attirarsi addosso una scomunica papale... ma questa è un'altra storia.

Ambigua e circondata dal più profondo mistero, era anche la Cerimonia di Iniziazione dei Templari, ispirata ai rituali dei Misteri Eleusini ed al culto di Mitra.
Ciò non deve stupire: il Culto di Mitra era praticato dai legionari romani, considerati i guerrieri per eccellenza e i Cavalieri Teutonici li avevano presi come esempio di condotta militare.
Cavalieri duri, dunque, a tratti anche spietati, ma ligi alle regole dell'Ordine, soprattutto a quella della più cieca obbedienza, che fece di loro un organismo compatto e con sempre maggior desiderio di espansione territoriale.

L'occasione arrivò quando, invece di combattere in Terrasanta, i Cavalieri Nero-Crociati, furono inviati in Occidente a difendere i luoghi di transito dei pellegrini tedeschi verso Gerusalemme ed a combattere popolazioni eretiche ed idolatre come i Prussiani.
La conquista del territorio fu un gioco per gli spietati Cavalieri dalla Croce Nera sul bianco mantello.
Come ogni altro conquistare, l'Ordine si affrettò ad edificare
castelli, cattedrali e, soprattutto, la città di Konigsberd , la sua Capitale.

La domanda che molti studiosi si pongono, riguardo quelle azioni belliche è: I Cavalieri Teutonici, si macchiarono oppure no di genocidio per conquistare quel territorio e fissarvi la loro capitale?
Certo è che, l'Unico Ordine Cavalleresco a fondare uno Stato, fu proprio quello Teutonico.
Alcuni studiosi suggeriscono che vi siano stati battesimi di massa, con la volontà della gente oppure contro di essa, altri, invece, parlano di vero genocidio.
Comunque sia andata, i Cavalieri hanno ubbidito ad un ordine, legati com'erano da cieca ubbidienza al Gran Maestro, il cui potere eguagliava quello di un Sovrano assoluto.
Ci si è chiesti anche quale non fosse la causa di una ubbidienza così totale, cieca e assoluta nei confronti della Causa e soprattutto del Gran Maestro.
Solamente la condivisione di segreti e misteri, è la prima risposta che, all'interno di un universo così esclusivo e chiuso agli estranei, doveva esserne il precetto primario .
Quali erano questi segreti e misteri? Di natura esoterica, dice qualcuno; scientifica, affermano altri... certamente, Conoscenze ignote ai più!
Prestare Giuramento era un atto irrevocabile, ma non bastava a fare dell'adepto un Cavaliere; doveva seguire un secondo Giuramento per rendere indissolubile il legame con il Gran Maestro .
Durante questa seconda Cerimonia, detta "Appannaggio", al futuro Cavaliere veniva consegnato il bagaglio militare : spada, lancia, elmo, scudo, speroni e cintura per la spada.
Il tutto avveniva durante la celebrazione di una Messa Solenne e si concludeva con il Bacio della Fratellanza e con grandi festeggiamenti.
Tutto questo, però, non prima che il futuro Cavaliere non avesse messo per iscritto il suo giuramento di fedeltà all'Ordine e al Gran Maestro, fino alla morte e con l'annullamento totale del proprio individualismo.

Eletto a vita come un vero e proprio Monarca, il Gran Maestro possedeva le stesse prerogative di un Sovrano Assoluto, compreso quello di con potere di vita e di morte sui "sudditi".
D'altra parte, le punizioni erano assai dure, essendo il perdono considerato una forma di debolezza.
Scrive lo storico L. Daillier:
"I Teutonici erano germanici e il Gran Maestro non era il rappresentante dell'Ordine, ma l'incarnazione, nella sua veste di capo spirituale-temporale, della potenza della morte, comunione perfetta del ferro, del fuoco e del sangue, sotto il simbolo della Croce."

Oggi, per fortuna, dopo avere per secoli ispirato Sette, Istituzioni e Società Segrete (non sempre lecite), l'Ordine Teutonico sopravvive in una Istituzione religiosa e benefica con sede a Vienna, come si è già detto.
Le procedure di Investitura sono immutate dai tempi delle Crociate, e negli atti e nelle parole e perfino nell' "Appannaggio", la consegna, cioè, della spada simbolica e, certamente, immutati sono anche i segreti che accomunano questi Cavalieri moderni, sia pure per altre ragioni che si sperano lecite e benefiche, così come affermano.

 

 
 
 

SETTE E CONFRATERNITE - I Cavalieri Teutonici (1° parte)

Post n°19 pubblicato il 26 Settembre 2012 da pacemaria2010
 

Per cominciare, una nota è doverosa: troppe “crociate” in seno al Regno Crociato e non tutte combattute in Terrasanta.Ci furono “crociate” contro i mori in Spagna e quelle contro i pagani nel Baltico; queste ultime, combattute proprio dai Cavalieri Teutonici.Il nome completo dell’Ordine di questi Cavalieri era: “Fratelli della Casa Teutonica di Santa Maria di Gerusalemme” ed è l’unico, fra tutti gli Ordini Cavallereschi, esistente ancora oggi. La sua sede si trova a Vienna ed è una benefica istituzione di volontariato.Come ogni altro Ordine di Cavalieri, la sua origine è circondata da segreti e misteri. Secondo la leggenda, fu un mercante tedesco, in pellegrinaggio in Terrasanta, che, viste le precarie condizioni in cui versavano i suoi connazionali, decise di costruire una struttura ospedaliera, per soli tedeschi, dedicandola alla Vergine Maria.Dopo varie vicissitudini, quasi tutte disperate e sfavorevoli alla causa, finalmente alcuni principi tedeschi si decisero ad intervenire, trasformando la struttura in un Ordine Cavalleresco: dotandolo, cioè, anche di una forza armata.La Cerimonia di inaugurazione avvenne alla presenza dei capi degli altri Ordini dei Cavalieri, oltre che di principi tedeschi.Questa investitura, però, condusse l’ospedale, pian piano, ma inesorabilmente, verso una radicale trasformazione: da Ente assistenziale si trasformò in struttura para-militare.Si continuò ad assistere malati e feriti, naturalmente, ma sempre di più, si finì per occuparsi di faccende guerresche che contribuirono a cambiare sia lo spirito che la natura della Confraternita.Se prima era facile entrare nell’Ordine, essendo la sua natura di carattere umanitario, dal momento in cui diventava Ordine Cavalleresco, l’adesione diventava faccenda assai più selettiva, aperta soprattutto a principi, baroni, duchi, militari, ricchi mercanti, banchieri… tutti, rigorosamente di nazionalità tedesca. Solo più tardi, ma molto più tardi, vi furono ammessi anche italiani, inglesi, ungheresi, ecc.. sempre di nobile estrazione.Con affiliati di tale calibro, l’Ordine non tardò a diventare un organismo potente, prepotente e con non pochi episodi di violenza e crudeltà.Gente dura ed inflessibile con se stessi e con gli altri, e pronta a sacrificare alla Causa, per l’appunto, se stessi e gli altri. Gente dura e fiera di appartenere alla razza teutonica.(continua)

 
 
 
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Data di creazione: 04/05/2012
 

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