Marilena89

OGGI PARLIAMO DI.......PIZZICA SALENTINA...


La cultura popolare salentina racchiude la storia di un popolo che conduceva una vita semplice, piena di sofferenze, riuscendo a trarre soddisfazione anche dalle situazioni più misere, grazie a una forte fiducia nella Provvidenza. Dalla vita agreste trae origine naturalmente anche il mistero della taranta, animale mitologico. Anticamente si pensava che nei campi di grano si annidasse un pericoloso aracnide comunemente chiamato tarantola (o taranta nel Salento). Durante il periodo della mietitura, le gambe delle mietitrici raccoglitrici di grano erano dunque esposte al morso velenoso di questo fantomatico animale. Il morso di questa tarantola era considerato la causa di una particolare forma di possessione che è stata oggetto di studio per tutto il '900, e dietro la quale oggi si intravede l'effetto di una fortissima volontà di affrancamento e liberazione, e forse anche di esibizione, delle donne nella loro condizione di subalternità. La musica, nel rito terapeutico, è l’elemento più importante: quando si riteneva che una ragazza fosse stata morsa dalla taranta si accompagnavano nella sua casa dei musici, i quali con tamburelli, violini, organetti ed altri strumenti davano vita ad un ritmo frenetico con lo scopo di far ballare, cantare e sudare la ragazza fino allo sfinimento. Si credeva infatti che, mentre la vittima ballava per giorni, come per telepatia, anche il ragno soffrisse e si consumasse fino a scoppiare. L'esorcismo di questa presunta possessione culminava perciò con la morte della taranta. Il rito della tarantata era molto particolare. Il tamburello suonava a ritmo frenetico e una donna si dimenava per terra. La donna attingeva l'acqua con un secchio dal pozzo, facendo attenzione a non guardare il fondo. Successivamente doveva berne moltissima fino a vomitarla tutta nel pozzo. Dal pozzo facevano capolino dei serpenti che cercavano di colpire la donna. A questo punto doveva prontamente chiudere l'imboccatura con un coperchio e, colta da una terribile debolezza, cadeva stremata a terra. Con la fine della cerimonia, il rituale poteva considerarsi concluso. Quindi prima la donna si trascinava al suolo e batteva mani e piedi al ritmo della pizzica; poi si alzava, saltellava e danzava disegnando ampie figure con le braccia, con l'aiuto di un fazzolettone colorato; alla fine cominciava a barcollare fino a crollare al suolo esausta.L'esorcismo poteva avvenire nella pubblica piazza o in casa, e alla ragazza "pizzicata" si univano spesso altri uomini e donne ad accompagnarne la danza smaniosa.La tarantata si diceva, così, graziata da S. Paolo.