mi dispiace per voi

eccomi


Eccomi e, come si suol dire, dove eravamo rimasti? Agli auguri per il nuovo anno, se vista e memoria non mi ingannano. Perché ad un certo punto si smetta di scrivere, è difficilmente spiegabile, quasi quanto capire perché un bel giorno, pur potendo scegliere fra centinaia di ottime letture, si decida di invertire i ruoli e creare un blog. Voglia di esserci, naturalmente. Sognare ad occhi aperti di poter influenzare millesimi di quella che una volta si chiamava “opinione pubblica”. Meditare sulla primavera araba, impossibile anche soltanto da immaginare senza il determinante contributo del web; ricordare, non senza riderne fra te e te, che ogni valanga nasce pallina. “Esserci” scrivendo è comunque un modo diverso da tutti gli altri possibili sin da quando, volenti o nolenti, ci spadellano sul comune pianeta e ti trovi a condividerlo con compagnie che, potendo, avresti accuratamente evitato. Poi un bel giorno ti chiedi, dopo aver finalmente deciso il perché, anche “per chi” scrivi… Per te stesso, probabilmente, per capirti meglio usando il pretesto di raccontarti ad altri. Ma è anche ben evidente che comunque “gli altri” devono esserci, pochi o molti non conta, acculturati o sgrammaticati ancor meno, ma quantomeno attenti, questo si. Mi piaceva scrivere, adoravo rispondere ai commenti. Uno l’aspettavo più degli altri… Rieccomi allora, la voglia di raccontarmi è tornata, un po’ di tempo vedrò di recuperarlo qua e là. Tre mesi e mezzo da commentare non sono pochi, un post non basterebbe, mi dispiace per voi, eccone tre…