mi dispiace per voi

controcorrente due


                      Ve lo avevo promesso, eccolo il post sulle vacanze intelligenti di alcuni italiani, quelli "che possono" e che, a raccontare di averle passate a Jesolo, ci perderebbero la faccia, il sonno e forse anche la tessera della P2.           Anche per questo secondo “Controcorrente”, traggo spunto da una notizia proveniente dall’India, dove ormai, e ne è stato buon testimone il mio affezionato lettore “Ottimista”, quando sentono parlare di italiani, cominciano a cercare le parole più adeguate ad un commento fra quelle che i parenti immigrati da noi usano in funzione della latitudine: mona, pirla, babbu e sinonimi del caso.           In India, si diceva, più o meno negli stessi giorni in cui i due eroici marò salvavano l’occidente, e forse l’intero creato, dalla terribile minaccia costituita da un peschereccio nelle acque territoriali del proprio paese, altri due…(come definirli? Boh, per loro anche “eroici” mi sembra poco), in tour turistico in una regione popolata da indigeni affamati e guerriglieri armati, andavano incontro alla sorte più prevedibile in casi del genere: il classico rapimento-lampo con ancora più prevedibili conseguenze:Sconvolgimento dei palinsesti televisivi per comunicare l’evento al mondo; notizie sulla crisi e sul pagamento dell’IMU, degradate al rango di inutile riempipagina (ce ne fossero di rapimenti, vero Presidente Monti?).Rinvio della canasta serale del ministro Terzi (mi perdoni Eccellenza, continua a sfuggirmi il titolo di casata, ma sa, ho una certa età), in conseguenza dell’immediata convocazione del Consiglio di Stato, di Guerra, Servizi Segreti e, il prezzemolo non deve mai mancare, di Bruno Vespa che, per non sapere né leggere né scrivere, ha già commissionato telefonicamente un plastico del Subcontinente Indiano.Reperimento dei fondi (nostri) necessari per la risoluzione del problema e la conseguente sublimazione dei risolutori. (Come si agisca in questi casi lo sanno anche i bulletti delle scuole elementari che sequestrano la merendina del compagno di banco per investire il riscatto nelle slot del bar sotto casa).         Non sono una moralista, so benissimo che esistono modi peggiori per vivere e trascorrere le vacanze. Potrei raccontarvi di quell’industrialotto con pancetta e parrucchino (no, che avete capito, una volta tanto non ce l’ho con il Silvio, è solo un mio utente), che non sopravvive più di dodici mesi senza un safari in Africa con cattura, e naturalmente uccisione finale, di un elefante: “tutto regolare, per carità, abbiamo i necessari permessi del governo locale, e poi, lei non sa dottoressa, che danni provocano alle popolazioni locali gli elefanti” . No, infatti, non lo so. So invece quanto ci camperebbero le popolazioni locali con i costi di quel viaggio, quota di partecipazione singola, in euro, a quattro zeri.                No, non sono una moralista e so benissimo che anche chi le ferie le passa a Fregene può avere il cadavere della mamma sezionato nel congelatore di casa e chi vola in Indonesia a caccia di minorenni, essere un silenzioso devoto di Madre Teresa. Lo so. Ma un attimo moraleggiante, giunta come sono al diciassettesimo post, stavolta me lo ritaglio; ve lo dico usando un perfetto italiano, quello di Dante Alighieri: questi “turisti” con la carta di credito a 5 stelle, le Nike da tredicesima di un bidello, le Nikon formato cannone, il telefono satellitare per le emergenze o, se Dio la manda buona, per la mamma, la moglie e l’amante, che scorazzano per le foreste fotografando miserie, mi stanno sulle scatole!